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Amor, quando fiorìan ne 'l bel paese il biondo Astíoco e Brisenna reina, da 'l colle a 'l pian, da 'l fiume a la marina sonavan alto le tue chiare imprese. La terra di Brolangia era un verziere, in figura d'un sistro, ismisurante. Il verde paradiso due riviere cingeano, come braccia d'un amante. Il suol crescea meravigliose piante, nudrito da le pingui alluvïoni.

Oh fontana d'Elai, per molti getti ricadente ne 'l vaso di porfíro, che dieci ninfe e dieci satiretti reggean, piegati ad una danza, in giro! Immergeavi una coppa di zaffiro Brisenna, e la porgeva a 'l rimatore. Celava l'acqua in virtù d'amore che in cor mortale si facea palese. Ma le belle traevansi in disparte.

Quivi tennero lieti eptameroni il dotto Astíoco e Brisenna cortese. La bont

Ma s'odono i leuti fiorentini. O musici, toccate li strumenti con più dolcezza, poi che a' lauri in cima è la luna novella. Cantate, o gentildonne, a cui la rima fiorisce in amorosi allettamenti a sommo de la bocca picciolella. Sicchè di su l'altura udendo suoni e canti a la ventura, veggendo faci, dicano le genti: Torna forse Brisenna a' suoi festini?

Fuggia la torma, ed ecco l'altra avanti. E svolgeasi così, lungo i roseti, la danza; mentre li èmuli poeti a tal vista fremean nuove contese. Oh fontana d'Elai, dove son l'acque che un fluiron per larga vena? Dov'è il murmure tuo che tanto piacque a 'l mite Astíoco e a Brisenna serena? Cadde una notte ne 'l tuo sen la piena Luna, divelta per forza di carmi.