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Senza voler qui fare un'analisi completa delle opere di questi tre illustri italiani, ci basterá accennare rapidamente alcune cose che riguardano appunto l'importanza de' pensieri e degli argomenti, con giuste querele desiderata dal signor Bouterweck nella poesia italiana presa in complesso.

Nessuno, per altro, tema di rinvenire in quest'opera del signor Bouterweck alcun tratto di quella filosofia che or chiamasi «trascendentale», e che colla sua oscuritá reca fastidio ad ogni lettore che non sia metafisico consumato nelle piú astratte speculazioni germaniche.

Lo sperar tolleranza in animi irrigiditi da un'antiquata presunzione forse è uno sperar ciriegie il gennaio: tuttavolta a certe poche persone noi crediamo di dover gittare questa parola di propiziazione: Usate tolleranza, o signori; e se non vi spiace, imparatela da noi medesimi. Noi crediamo che la storia letteraria del signor Bouterweck sia in totale un libro buono davvero.

Dopo d'essersi spaziato alquanto intorno a siffatto argomento, dimostrando quanto la mitologia degli antichi, come religione viva, fosse opportuna alla poesia e quanto i poeti moderni perdessero di sussidio colla perdita di essa, che piú altro non parve che una fredda erudizione, il signor Bouterweck passa a dire come e perché l'uso delle immagini mitologiche rimanesse pur tuttavia conveniente a' pittori ed agli scultori.

Il signor Bouterweck per altro con validissime ragioni viene difendendo la devozione de' moderni per le donne, siccome consentanea alla nobiltá e dignitá dell'anima umana. Poi, adducendo gli esempi de' trovatori di Francia, di Spagna e d'Italia, dimostra come la passione dell'amore, ringentilita di tanto presso i nuovi popoli, fosse la prima inspirazione de' poeti.

Il silenzio nostro sul restante aggiunga stimoli alla curiositá dei dotti d'Italia, sicché eglino procaccino di leggere nel testo ciò che non senza frequente compiacenza vi abbiamo letto noi. Tanto v'ha di memorabile, dice il signor Bouterweck, nella letteratura italiana, che la storia di essa merita una ricapitolazione.

Dunque?... Dunque chi manderá all'ufficio del Conciliatore la miglior lettera, che, salvando tutte le convenienze, possa servir di risposta a quella del signor d'Andely, non andrá senza premio, perché vedrá il proprio nome registrato onorevolmente nella biografia universale de' piú esperti scrittori di note diplomatiche. |Grisostomo|. |Sulla «Storia della poesia e dell'eloquenza» del Bouterweck |

L'Andrés, quantunque spagnuolo, è da considerarsi come autore italiano, perché scrisse il suo libro nella nostra lingua. Il signor Bouterweck fissa il principio della storia e della eloquenza moderna ad un'epoca anteriore di pochi anni a quella di Dante. |Tacito|, Germania, c. 8. Al vocabolo francese «traineur» non troviamo equivalente italiano. «Sezzaio» sarebbe forse l'unico.

Qui il signor Bouterweck viene dimostrando come questo nuovo carattere, piú che nelle altre arti, dovesse scorgersi manifestamente in quelle che per loro mezzo di rappresentazione servonsi della parola.

Un'opera di tanta vastitá quanta ne comprende quella del signor Bouterweck aveva bisogno di venir divisa in vari scompartimenti, onde non riescire un caos da sconfortare l'attenzione de' lettori.