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Figlio di un bonapartista, io ho nel sangue la simpatia pei napoleonidi, e non ho mai cessato dal professare la più viva riconoscenza per l'uomo che nel 1859 mi ha fatto palpitare di entusiasmo col suo Proclama agli Italiani. Ho scritto un opuscolo in favore di Napoleone III, quand'era prigioniero in Inghilterra. Compiangetemi!

Fondò una rassegna bonapartista, di cui potè portare a termine un solo numero, presentò al re Giuseppe una memoria sul rinnovamento del partito bonapartista, che presso di lui trovò tepido consenso; per contro ebbe ardita diffusione da Luigi d'Olanda. Alla fine si affrettò a recarsi ad Arenenberg, dove capitò proprio quando la casa principesca era piena di preparativi nuziali.

Con tutto ciò il quadro della situazione inauditamente intrigata non è ancora compiuto. Data per certa la rielezione del principe, era altrettanto assodato, che i contadini avrebbero rimandato all'assemblea nazionale una maggioranza di reazionari realisti, giacché non esisteva ancora per nulla un forte partito bonapartista preparato al parlamento. Talché, anche la revisione dello statuto, se pur si fosse attenuta solo a rendere possibile la rielezione del presidente, anticipava non altro, che lo spettacolo di nuovi intrighi infiniti. Solo il ripristinamento della monarchia, gi

Esiste un malinteso fra gli uomini della Democrazia e i socialisti; e questo malinteso produsse la scissura che rese possibile la dittatura bonapartista, e tiene tuttora divisa, in Europa, la classe media dalle classi operaje. Questo malinteso consiste nell'aver confuso, gli uni che gli altri, i sistemi socialisti col pensiero sociale, col principio d'associazione.

Il profondo disgusto che suscitano in ogni uomo retto i grossolani panegirici della stampa bonapartista, non c'impediscono di riconoscere, che in quel momento il presidente era il solo uomo che perseguisse uno scopo politico chiaro, conseguibile. Gi

Il senso morale s'è smarrito in Francia sotto la lenta dissolvente opera del materialismo sociale pratico sceso negli animi dal materialismo filosofico. Non crediamo che, dalla China in poi dove la separazione della Morale da una credenza religiosa impietrì l'intelletto e vieta da duemila anni ogni progresso, prova più solenne di questa sia mai stata data a noi tutti delle fatali conseguenze che il materialismo trascina dietro a quando invade, non come momentanea protesta contro una fede spenta, ma come dottrina inviscerata nelle abitudini, le membra d'una Nazione. Gli ingegni superficiali e irriverenti alle severe lezioni dei grandi fatti e all'importanza delle questioni che trattano possono sfogarsi in maledizioni impotenti a Thiers, a un generale bonapartista, a una o ad altra congrega d'uomini, come cagioni determinanti delle tristi cose che accadono. Ma dicano, se possono, perchè dal 1815 in poi la Francia s'aggiri in un cerchio fatale, senza escita, d'esperimento in esperimento, di delusione in delusione: dicano perchè la parte repubblicana, potente di verit

Se, infatti, il presidente avesse voluto mantenere, anche malgrado dell'assemblea nazionale, il potere monarchico di cui godeva come capo dell'amministrazione, sarebbe stato fermato sulla sua via dal principale ostacolo: la completa mancanza nel parlamento di un partito bonapartista visibile.

Il 10 dicembre, racconta un bonapartista in delirio, «di botto il pensiero del popolo venne fuori trionfante, potente, completo, irresistibile, come il fiore dell'aloe, che d'un colpo tonante sboccia in un attimo e si spande». Riuscito eletto il pretendente da più di cinque milioni e mezzo di voti, la capitale era schiacciata dalle provincie, la borghesia dai contadini; e, insiememente, precipitavano d'un colpo le tacite speranze dei realisti, perché l'espettazione, che il principe avrebbe spianato la via alla monarchia, riposava sulla supposizione, che avrebbe potuto ottenere non più che una debole votazione. Ora, invece, egli veniva a trovarsi potentemente collocato al disopra dei partiti, coperto dalla colossale maggioranza della nazione. La natura delle cose gli consigliò di lasciare che i vecchi partiti si dissolvessero completamente. Parenti e parassiti, lacché e cacciatori di posti, e la pompa e il fasto di una corte regale accolsero il presidente, quando salì dalla semplicit

La sopravvivenza di un sistema politico caduto, che conserva la sua efficacia anche senza l'ausilio di un partito vigoroso, è, per quanto io ne sappia, un fenomeno senza esempio. È avvenuto in Francia. Il bonapartismo viveva come una forza attiva nelle istituzioni dello stato, nelle consuetudini politiche, nella fantasia del popolo. Un partito bonapartistico numeroso, cólto, mirante a uno scopo chiaro, non è esistito fino al 2 dicembre. Nei primi anni della Restaurazione il grido «viva Napoleonerisonò ancora nei tumulti di Lione e di Grenoble; e davanti al caffè Foy a Palazzo Reale accaddero occasionalmente tafferugli sanguinosi tra ex-ufficiali imperiali e legittimisti. E anche nel 1817 Gneisenau, con l'intuito penetrante dell'odio, scriveva che, se Napoleone fosse allora ritornato, governerebbe più illimitatamente di prima, e che fino a quando un soldato dell'imperatore avrebbe avuto il respiro, il popolo ambizioso e vendicativo non avrebbe mai trovato pace. Lo stesso Duvergier de Hauranne confessò, che un trono del re di Roma o del principe Eugenio poteva contare in ogni tempo su numerosi partigiani. Ciò non ostante, partite le truppe straniere, la nazione si buttò appassionatamente nelle lotte parlamentari: spariscono gli ultimi poveri aneliti del bonapartismo. Il partito bonapartista si ritira nell'ombra, mette le mani in ogni congiura: la confusione, l'anarchia è evidentemente il suo scopo prossimo. L'abbate Gregoire, la cui apparizione alla camera era per provocare una così profonda agitazione della vita parlamentare, era stato eletto a Grenoble, una delle più importanti sedi del bonapartismo. Nelle societ