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Dopo averli bolliti, la Matilde risciacquò i panni in un'altra conca piena d'acqua limpidissima, e messe da parte quelli destinati al turchinetto; quindi li strizzò, torcendoli moderatamente e li stese, dopo averli rovesciati, al sole.

Chirón si volse in su la destra poppa, e disse a Nesso: «Torna, e li guida, e fa cansar s’altra schiera v’intoppa». Or ci movemmo con la scorta fida lungo la proda del bollor vermiglio, dove i bolliti facieno alte strida. Io vidi gente sotto infino al ciglio; e ’l gran centauro disse: «E’ son tiranni che dier nel sangue e ne l’aver di piglio.

e che ne mostri la` dove si guada e che porti costui in su la groppa, che' non e` spirto che per l'aere vada>>. Chiron si volse in su la destra poppa, e disse a Nesso: <<Torna, e si` li guida, e fa cansar s'altra schiera v'intoppa>>. Or ci movemmo con la scorta fida lungo la proda del bollor vermiglio, dove i bolliti facieno alte strida.

Facendo bollire con acidi o con barite o potassa oppure riscaldando a 200° o per le putrefazioni intestinali, l'acido colalico si scinde in dislisina e acqua. Le dislisine nascono dalla disidratazione degli acidi, epperó bolliti con corpi idratanti ridanno gli acidi stessi. La dislisina dell'acido colalico trovasi nelle feci e nelle urine itteriche C H O -2H O = C H O acido colalico dislisina

Chirón si volse in su la destra poppa, e disse a Nesso: «Torna, e li guida, e fa cansar s’altra schiera v’intoppa». Or ci movemmo con la scorta fida lungo la proda del bollor vermiglio, dove i bolliti facieno alte strida. Io vidi gente sotto infino al ciglio; e ’l gran centauro disse: «E’ son tiranni che dier nel sangue e ne l’aver di piglio.

Per darve sfazzione, se volite venire a ciancoliare co nui cosí auto auto, a primo vi cacciarimmo innanzi dui uocchi de tunno, poi vi cacciarimmo lo fecato, le stentine e lo core de puorco, e ve arrostarimmo dintro no furno na bella porcella, e vi friarrimo dintro na tiella na bona frittata, e vi bollerimmo dintro no pignatto na foglia maritata, e ve menozzarimmo tutta la carne co la mostarda, e allo dereto ve annegarimmo dintro votte de vino; tal che ve ne iarriti alle case vostre tutti senza uocchie, fecati, stentine e pormoni, arrostiti tutti e bolliti, menuzzati e annegati.

Egli è che il giorno in cui quel fido compagno della contadina viene ammazzato, nella sua casa c'è gran festa: se ne mangia la testa, se ne mangia il fegato, se ne mangiano i piedi bolliti e il sangue coagulato e se ne regala anche ai vicini; e ciò non capita che una volta all'anno.