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Si trattava d'oro, infatti; oro a mucchi, in pagliuole ed in polvere, da tuffarci dentro le braccia fin sopra il gomito; oro ad ogni piè sospinto, a colonne, a pilastri, a scaglioni, a piramidi; oro a bizzeffe, in quel paese di Veraguas, dove bastava smuovere un pochettino le zolle, per trovar le radici degli alberi affondate in quel coso giallo lucente; oro nel fiume dello Yaque, presso San Domingo, ove del prezioso metallo non erano fatte solamente le arene del fondo, ma i ciottoli delle due rive, e i massi e le scogliere delle svolte.

Salite al primo piano; si passa in mezzo a due file di busti, tra i quali noto un Rabelais e un Descartes, due grandi filosofi, ma di scuola diversa. Avanti ancora, e c'è un visibilio di ritratti, dei quali uno mi ruba un quarto d'ora. Confesso la mia debolezza, ma ho dedicato un quarto d'ora a Madama Récamier, l'Egeria della Restaurazione, la più bella donna di Francia e Navarra, l'amica di Chateaubriand e del filosofo Ballanche. Questa perdita di tempo mi ha fatto stringere il passo nella grande, immensa galleria delle battaglie, dove di battaglie ne avete a bizzeffe, da quella di Tolbiac, vinta da Clodoveo, a quella di Wagram, vinta da Napoleone. Più lunge, ho veduto la camera da letto della signora di Maintenon, ma non ho più trovata la nicchia di damasco rosso e la poltrona di Luigi XIV, il quale assisteva ogni sera alla cena della marchesa, e alla sua andata a letto, per andarsene poi a cena e a letto anche lui, cinque o sei camere più in l

Ma egli aveva lavorato per la gloria, la qual cosa vuol dire che non aveva buscato un soldo. E per giunta alla derrata, quel po' di gloria gli fruttò noie e grattacapi a bizzeffe. La Dora aveva detto corna del lavoro, e con parole di superbo dispregio, che a lui parve eccedessero i termini assegnati alla critica onesta.

Eh! il signor Basilio non aveva paura di nessuno: per lui nel caffè, al teatro, al casino, al veglione, alla bisca, era tutt'uno; parlava alto, sputava sentenze a bizzeffe, censurava leggi e moveva guerre, e che so io? Oh che coraggio! dicevano taluni nel sentirlo toccare certi argomenti pericolosi; eppure tutti il salutano, va nelle migliori societ

E senza dargli tempo di rispondere continuava: In casa del signor Decano Russo, che è anche cappellano di questo monastero. Vieni con me in sagrestia. Non potresti trovar di meglio, se hai voglia di mangiar tutti i giorni la santa grazia di Dio. Si mangia bene in casa del signor Decano; dolci a bizzeffe. Ti piacciono i dolci? E poco da fare: andargli dietro dalla casa alla chiesa quando va a recitare l'uffizio o ad assistere alla messa cantata; reggergli l'ombrello, quando piove; lustrargli le scarpe... e fargli da mangiare... Oh, se tu non sai, egli t'insegner

Era questa una paffuta montanina avvistatotta, e accorta: la disperazione dell’ostessa, che facendola da gelosa l’avrebbe voluta cacciar le mille volte, se altrettante quel furbaccio di suo marito, in un’osteria di confine come la sua, con un andirivieni di contrabbandieri che pagavano a bizzeffe, e sapeva tenerseli cari, e al bisogno servirli, non l’avesse convinta che un zimbello miglior di lei non poteva trovarsi, e che anche per questo d’avventori non ne mancava.

Questa di sapere il futuro è sempre stata una manìa delle donne, e talvolta anche degli uomini; laonde la nostra indovina del vico di Mezza Galera faceva quattrini a bizzeffe ed aveva modo di mettere il naso in un visibilio di pettegolezzi, i quali è fama andasse poi a rifischiare ad un certo valentuomo che li pagava ad oro sonante. Che cosa faceva intanto il Bello?

Di questi fatti ve ne sono a bizzeffe. Un altro, caratteristico. A Bahia Blanca, nel marzo passato, la polizia ha assalito con le armi degli operai italiani che avevano scioperato per ragioni sacrosante che abbiamo esposte in altro articolo. Vi sono stati quattro feriti, di cui uno gravemente. Nessuna guardia ferita. L'autorit

Mia sorella, difatti, non lo ha trovato. Inchini, genuflessioni, occhiate, sospiri, spasimi, n'ha avuti a bizzeffe; ma era tutta merce di Tizio e Caio. Povera sorella! esclamò il padre Anacleto. Intendo la sua tristezza. E l'ultimo dei Tizi, o dei Caj, com'è andato a finire?

Per fortuna l'Euterpe veniva ogni settimana a salutarlo in Dogliani, e sull'Euterpe c'erano indicazioni di compagnie drammatiche a bizzeffe. Trovò in questa guisa il capocomico di suo gusto, che recitava in quel torno a Genova, e gli spedì il manoscritto dicendogli nella lettera, che glielo avrebbe potuto dare per ottocento lire, più, meno; o prendere, o lasciare.