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Intorno a noi, a pochi passi di distanza, stavano seduti i servi, ciascuno tenendo in mano le briglie d'un cavallo o d'una mula. I pittori tirarono fuori i loro album per fare qualche schizzo. Tempo perso! Appena uno di quegli scamiciati si vedeva guardato, o voltava le spalle o si nascondeva dietro un albero o si tirava il cappuccio sugli occhi. Tre, l'uno dopo l'altro, s'alzarono e se n'andarono brontolando a sedere cinquanta passi più lontano, tirando con i loro quadrupedi. Non volevano nemmeno che fossero copiati gli animali. Chi non ha visto il signor Biseo in quei momenti, non ha mai visto in faccia la Stizza. Cercò di farli star fermi pregandoli, canzonandoli, offrendo danaro. Fiato sprecato. Rispondevano facendo cenno di no colla mano, indicando il cielo e sorridendo furbescamente come per dire: Non siamo così gonzi! Nemmeno il ragazzo mulatto, nemmeno i soldati della Legazione, cresciuti, si può dire, in mezzo agli Europei, e gi

La sera passò senz'avvenimenti notevoli, fuorchè la scoperta ch'io feci d'uno scorpionaccio nero sopra il cuscino del mio letto, nel momento che stavo per coricarmi. Fu però un terrore passeggiero, poichè avvicinandomi a poco a poco col lume, lessi sul dorso dell'animale l'iscrizione rassicurante: Cesare Biseo fece addì 5 maggio 1875. La mattina all'alba partimmo alla volta della citt

Passiamo molte ore a veder lavorare i pittori. L'Ussi ha fatto un bello schizzo del gran ricevimento, in cui è colta meravigliosamente la figura del Sultano; il Biseo, pittore valentissimo d'architettura orientale, sta copiando la facciata della casetta del giardino. Bisogna sentire, per divertirsi, i soldati e i negozianti di Fez che vengono a vedere quel quadretto. Vengono in punta di piedi alle spalle del pittore, guardano facendo cannocchiale della mano e poi quasi tutti si mettono a ridere come se avessero scoperto qualche grande stranezza. La grande stranezza è che nel disegno il secondo arco della facciata è più piccolo del primo, e il terzo più piccolo del secondo. Digiuni come sono d'ogni idea di prospettiva credono quella ineguaglianza un errore, e dicono che i muri sono storti, che la casa balla, che la porta è fuori di posto, e ne fanno le alte meraviglie, e se ne vanno dando di ciuco all'artista. L'Ussi è più stimato dopo che si sa che è stato al Cairo e che ha dipinto la partenza della grande carovana per la Mecca, d'incarico del Vicerè, che gli diede quindicimila scudi. Dicono però che il Vicerè è diventato matto a pagare quindicimila scudi un lavoro in cui, a metter molto, l'artista avr

Da una parte una lunga fila d'arabi, seduti in terra, assistevano alle cariche dei cavalieri della scorta; dalla parte opposta altri arabi giuocavano alla palla; un po' più lontano, un gruppo di donne imbacuccate nel loro rozzo caic ci osservavano con stupore gesticolando fra loro; e frotte di bambini scorazzavano tutt'intorno. Il Biseo ed io ci avvicinammo ai giuocatori.

I primi ad uscire furono l'Ussi e il Biseo; poi il Comandante e il Capitano; io mi riserbai a veder ogni cosa a mente fresca la mattina seguente. Uscirono a due a due, circondati, come malfattori, da un drappello di fantaccini armati di fucili e di bastoni. Stettero fuori un'ora, che mi parve eterna, e tornarono impolverati e grondanti di sudore come da un campo di battaglia, esprimendo concitatamente, prima coi gesti che colle parole, una grandissima meraviglia. Le prime parole furono gran citt