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Io non vi dirò più niente sul «non è necessario» o «non era necessario». Quella parte , Innocenzo Cappa ve l'ha messa davanti come un tale rimorso, che voi ne domanderete scusa al vostro professore d'italiano e di letteratura latina: ma l'arte classica è la Mandragola del Macchiavelli, è la Calandra del Bibbiena, che si recitavano alla Corte di Leone X tra uno stuolo di cardinali e di prelati; l'arte classica è il Nettuno di Giambologna, al quale in verit

«Piegossi a me della beata sede «La mano, e poi le gote ambe mi prese, «E il santo bacio in ambedue mi diede. «Di mezzo quella bolla anche cortese «Mi fu, della quale ora il mio Bibbiena «Espedito mi ha il resto alle mie speseSicchè più tardi esclamava: «La sciocca speme alle contrade ignote «Salì del ciel quel , che il pastor santo «La man mi prese, e mi baciò le gote

Dalla Calandria del Bibbiena, composta in sugli inizi del secolo XVI, alla Donna costante del Borghini, venuta in luce al declinar del secolo stesso, v'è gran differenza di spiriti, se non di forme: ridanciana, quella, e giocosa, spensierata e cinica; questa, invece, seria, accigliata, lugubre, quasi preannunziatrice dei molto posteriori drames larmoyants.

Ma se nel Bibbiena, nel Lasca, nel Berni il Decamerone riverberava una certa vita licenziosa e buffonesca da potere qualche volta simulare la vita comica, nelle commedie dell'Ariosto vissuto sempre fuori di tale ambiente in un mondo tutto pieno di erudizione, l'imitazione classica soffoca ogni spontaneit

Il bisbiglio continuò sinchè comparve il cardinal Bibbiena che doveva benedire gli sposi. Questi allora s'inginocchiarono com'è il costume, e tanto fu il silenzio fatto dal popolo in tal punto, che s'udì distintamente la formola pronunciata dal cardinale, e poco di poi la breve e fatale risposta data dagli sposi che, benedetti, si alzarono.

Dalla Calandria del Bibbiena, composta in sugli inizi del secolo XVI, alla Donna costante del Borghini, venuta in luce al declinar del secolo stesso, v'è gran differenza di spiriti, se non di forme: ridanciana, quella, e giocosa, spensierata e cinica; questa, invece, seria, accigliata, lugubre, quasi preannunziatrice dei molto posteriori drames larmoyants.

A motivo di questa preoccupazione non potè accorgersi della tristezza che Manfredo, per quanto si sforzasse, non sapeva nascondere, e che però diede da pensar molto agli altri. L'arcidiacono ch'era uscito ad avvisare il cardinal Bibbiena esser giunto il marchese Palavicino, rientrò qualche tempo dopo per invitare quanti si trovavan nell'aula ad entrare nel tempio.

Ma il Giovio cortigiano e vescovo dopo averci narrato, nella Vita di Lione X, che il Cardinale Bibbiena si distingueva a far perdere il senno ad uomini provetti, e il Papa soleva pigliarsi spasso di loro, li lodava, li regalava, dava loro ad intendere panzane per modo che di sciocchi ch'essi erano gli faceva diventare al tutto pazzi ed insensati, aggiunse: siffatti scherzi erano degni di un principe nobile e gentile.

Dalla Calandria del Bibbiena, composta in sugli inizi del secolo XVI, alla Donna costante del Borghini, venuta in luce al declinar del secolo stesso, v'è gran differenza di spiriti, se non di forme: ridanciana, quella, e giocosa, spensierata e cinica; questa, invece, seria, accigliata, lugubre, quasi preannunziatrice dei molto posteriori drames larmoyants.