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Da molto tempo rovinato al giuoco, ha perduto anche tutto ciò che gli ho donato, ed ora pretende che gli faccia cessione di tutti i miei beni. Fortuna che la maggior parte di essi sono in testa mia: ei vorrebbe dilapidare anche questi e gettarsi in un progetto infernale di cui egli solo può comprendere l'idea; e... tutto questo non basta?

D'onde vanne ad esso l'esempio del culto esclusivo dei beni terrestri, l'idolatria degli interessi sostituita all'adorazione dei principî, delle sante idee?

Ma guardatilu, guardatilu chi facci chi avi!... mancu cuscenza cc'è! E si vidissi so' figghiu, che figura ci facissi, vah? Detti e don Nittu, poi Don Gasparinu. Ma nenti!.... Sunnu du' armali feroci! Nu' 'i viditi? Accussì va beni! tu leta iu cunsulata! Quann'è chistu, sta beni! Gi

E di tanta efficacia e reverenzia furono negli stolti animi di molti questi due nomi, che, per difendere quello che alcuno avesse eletto per suo contra il contrario, non gli era di perdere gli suoi beni e ultimamente la vita, se bisogno fosse fatto, malagevole.

E tra breve se ne aggiunse un'altra. Nel 1115, morí vecchia e gloriosa Matilde, e si contese tra imperatori e papi per il retaggio di lei, da lei certamente donato in Canossa e confermato poi a Gregorio VII e a' suoi successori. Gran disputa si fa anche oggi, se quelle donazioni comprendessero i soli beni allodiali, ovvero anche i feudi.

Poco dopo il suo arrivo a Venezia, Montoni ricevè una lettera da Quesnel, che gli annunziava la morte dello zio della propria moglie nella sua villa sulla Brenta, ed il suo progetto di venir tosto a prender possesso di cotesta casa e degli altri beni toccatigli. Questo zio era fratello della madre della signora Quesnel. Montoni eragli parente da parte di padre, e sebbene non avesse nulla a pretendere da cotesta ricca eredit

Un altro del 17 giugno 1284, dato anco di Napoli, provvide in particolare all'amministrazione dei beni di Raynaldo Gaulardo miles preso col principe di Salerno, reg. segn. 1291, A, fog. 4. Un altro del 21 giugno dello stesso anno 1284, nel medesimo registro 1291, A, fog. 21, accordò dei sussidi alle mogli de' prigioni, Rinaldo Galard, Iacopo de Brusson e Guglielmo Estendard.

Ed io or vi dico che, quando fussi maschio come son femina, sempre in tranquillo stato ci viveremmo: per ciò che, credendosi Perillo, come sapete, che io maschio sia, e fidelissimo nelli affari suoi avendomi trovato sempre, me ama tanto che vuol darmi per moglie Verginia unica figliuola sua e di tutti gli beni suoi farla erede.

Così, senza pensieri, senza neppure la più piccola noia inerente all'amministrazione de' suoi beni, Mattia Sant'Angelo si fece un uomo.

Cotesti abati, per quanto ho raccolto, hanno ragion patente, manifesta, ed han nel mezzo al vero punto còlto: son di iure divino i beni c'hanno; ve lo dice il buon uso che ne fanno. I refettori, le taverne, i chiassi fanno testimonianze chiare e piane.