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Così bisogna dir pur troppo che quasi sempre la fortuna o la disgrazia di chi ha bisogno d'altrui pende da un filo; è l'effetto del capriccio, del buono o malumore del momento, d'una parola, d'un'occhiata, d'uno sbadiglio. La conversazione fra il gran signore e il segretario, dal bel principio, aveva preso la mala piega; e di tal maniera, senza colpa di nessuno, il benefizio sospirato dalla povera donna per il suo figliuolo, era gi

È vero; ma la prudenza umana oggimai ha stabilito doversi escludere da tanto benefizio i casi atroci; e il parricidio parmi che tra questi si deva considerare come principalissimo. Ditemi, signor Avvocato, i truci figli concessero al padre loro tempo per le difese? Anzi, e questo è troppo più enorme, gli dettero tanto di tempo ch'egli potesse riconciliarsi con Dio, e salvare l'anima sua?

E questi spero di manifestar io assai brevemente e non senza chiarezza in questo trattato, che m'accingo, piacendo a Dio, a scrivere, sperando di far perciò cosa che da' viventi e da' posteri sará gradita per lo pubblico benefizio che potrá risultarne, che è l'unico fine de' miei studi e delle mie applicazioni.

I detrattori di lui notano come il Giovio racconti il Papa essergli stato cortese di un benefizio perchè lo seppe alieno dalla poesia: «così, avverte il medesimo messer Paolo, mi giovò la ignoranzatacciono però quello che aggiunge, ed è questo, che se il Papa lo amava, perchè non faceva professione di poesia, molto poi lo teneva in pregio scrittore di annali elegantissimo.

Roberto Vérod diceva a stesso che anch'egli avrebbe dimenticato, ma il tempo tardava a produrre l'usato benefizio.

L'on. Cimbali bene a proposito rilevò, che il disarmo fu fatto a benefizio dei malfattori. Sacchi dimostrò la enormit

La politica inaugurata dal conte Cavour, senza benefizio d'inventario, almeno in apparenza, servì di paviglione al nuovo Gabinetto. Urbano Ratazzi. Un po' di biografia. Non è l'antitesi di Cavour. Sue idee politiche. Segretari. Massari, Zanardelli, Galeoni, Negrotti, Mischi, Tenca. Torino, 10 maggio 1861. Veniamo ora al signor Ratazzi.

Chiamativi tosto a consiglio i suoi capitani, e mostrata loro con certo vanto l’immagine di quel suo antenato, fece loro sentire di qual benefizio essi medesimi gli fossero debitori, quando oggi sorpresi da tante angustie, potevano in certo modo ripetere da costui il libero possesso di uno de’ più validi castelli della Toscana.

Bisognava ad ogni costo che Vincenzo, ricuperando i sensi, potesse consolarsi di essere tornato alla vita, e non maledirla un'altra volta. Ma come fare? Come? Persuadendo il signor Dogliani a perdere il benefizio? Non sarebbe stato difficile, perchè amava molto suo figlio, e non avrebbe voluto punto sacrificarlo. Ma poi, come avrebbe vissuto, povero vecchio?

La Sfinge regale. Ferdinando d'Aragona non era stato in sua gioventù bello brutto. Di carnagione più giallo che bianco; larghe le guance ed angusta la fronte; lungo il naso e breve lo spazio tra il naso e il labbro superiore; ombreggiato questo da due baffettini tagliati corti sulla tumida bocca; tondo il mento e piuttosto prominente; gli occhi grossi e sgusciati, donde aveva un'aria un po' sciocca; queste le note principali del viso, e non tali da offrirvi una immagine di Apollo. Ma la gioventù, quando c'era, attenuava i difetti; una folta capigliatura nera, scendente fin quasi all'arco delle sopracciglia, ne scusava la poca eleganza; e il giovanotto, finalmente, era re. Gli anni, poi, avevano mutato l'aspetto di quel re, non in tutto a suo benefizio, per quanta gravit