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VIGNAROLO. Io ne son padrone da quel tempo che ne fu padrone Guglielmo. GUGLIELMO. Chi Guglielmo? VIGNAROLO. Degli Anastasi. GUGLIELMO. Guglielmo Anastasio? quello che andò in Barbaria per saldar la ragione con quel suo compagno e si sommerse nel golfo? VIGNAROLO. Quello che tu dici. GUGLIELMO. Or se Guglielmo si sommerse in quel golfo, come or si trova vivo nella cittade?

Le cornacchie e li farchi da per aria Veniveno a beccájese la faccia, E der pezzo de sopra de le braccia C'era rimasto l'osso. Che barbaria! E ne l'arzallo pe' portallo via, Je trovassimo sotto un istrumento Lungo cusì, che mo sta in Pulizia. Poi don Ignazio disse le preghiere; E tornassimo co' le torcie a vento, Pe' la macchia, cantanno er Miserere.

T. Ditemene vn poco vno, ò due. C. Le seccaggine di Barbaria, & intorno la spiaggia Romana, & l'argine di Fiandra, al qual che facesse vn altro argine, quando il mare fa riflusso, s'acquisterebbe vn paese grandissimo in certi luoghi, & queste son cose chiare per gli essempij delle cose gi

Misero me, che, volendo andar in Barbaria per saldar i conti con un mio corrispondente e vivermi il restante della mia vita ocioso e felice, ebbi a far i conti con la morte: ché, sendo vicino alle sirti, fieramente percosso da una fiera tempesta e dato in quelli scogli di arena, s'aperse il legno in mille parti e fui fatto schiavo de' mori; poi, riscattato, mi sono ricovrato nella mia patria!

Tu ne hai fatta una a me, io un'altra a te: siamo patti pagati e cassate le partite. VIGNAROLO. Se non tacete voi non ci accordaremo mai. PANDOLFO. Parla con il tuo malanno! VIGNAROLO. Ed io vi rispondo che mai fui trasformato in Guglielmo dall'astrologo; e quello con il quale avete parlato è il vero Guglielmo, oggi tornato di Barbaria. PANDOLFO. Oimè, che dici? VIGNAROLO. Quanto è passato.

Ma avèrti, giovane, che io son Guglielmo, e son colui che andai in Barbaria per saldar le ragioni con quel mio compagno, ed io promisi la mia figlia a Pandolfo; ma se io non sono posso essere altro che io, e tu non sei puoi essere altro che Guglielmo, tutti duo saremo Guglielmo e tutti duo saremo uno.

GUGLIELMO. Andai in Barbaria per riscuotere i miei crediti. CRICCA. Andaste in Barberia per radere e fosti raso. PANDOLFO. Ben, vignarolo mio, dove sono li argenti e i paramenti che l'astrologo t'ha consegnato? GUGLIELMO. Non so che vi dite. PANDOLFO. Scherzi o dici da senno? GUGLIELMO. Dal miglior che abbi. È tempo questo di scherzi? PANDOLFO. Or questo è un altro conto. Dimmi, dove è l'argento?

L'indomani alle 5, con tempo splendido, si partiva, accompagnati dalle guide Giovanni Barbaria e Zaccaria Pompanin. Nostro obbiettivo, non conoscendo ancora il gruppo, era la punta più alta, i Cadini di Lucano. L'esordio di questa escursione, prendendo le mosse da Misurina, è delizioso: si va per buon tratto su per la comoda strada che conduce alle Drei Zinnen e al Toblinger Riedel, poi la si lascia a sinistra, e si risale, su per un ben marcato sentiero, il vallone che ci deve guidare nel cuore dei Cadini e che è così ben coronato, alla sua estremit

Trovandone in Barbaria a guerreggiar contro infedeli, vennero oratori di Sicilia ad esporre la tirannide che li opprimea. Perchè questo reame appartiene alla consorte e a' figli nostri, non potemmo ricusare il nostro aiuto alla Sicilia. Qui saputo l'assedio di Messina, mandiamo a richiedervi che lo sciogliate; e, indugiando, muoveremo con le nostre forze. Questo è il compendio dell'epistola.

O catene, o prigioni, o sferzate ricevute da' mori, quanto veramente mi eravate piú dolci; o perigli di mare, quanto mi eravate piú soavi; o mare, mio nemico capitale, perché mi lasciasti vivo, mi hai posto in questi travagli! Andai in Barbaria per acquistare danari, e perdei me stesso; per far conti col mio compagno, vi lasciai la persona.