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L'Agata non poteva piacermi, e per giunta era vestita come una bambola di Norimberga, senza grazia moda, e non poteva reggere al confronto delle signorine eleganti di Milano, alle quali erano avvezzi i miei occhi.

Filippo capì; lo zio era sdegnato, perchè seccavano lui e mettevano in giuoco il suo prestigio; lo avevan toccato nel suo egoismo senile, ed egli era pronto a mandare al diavolo il nipote e la «monella», pur di non avere più noie. Del resto, osservò il conte Roberto, mi maraviglio di dover dirtele io, certe cose. Non ha una madre, un padre, quella tua bambola?

Diana si strinse nelle spalle. Che idee bislacche le frullavano in capo? In fondo, Bebè non aveva torto. Perchè sua mamma la trascurava nel giorno della sua festa? Per calmarla, Diana andò da lei coi dolci e la bambola e parve un momento che gli umori della bisbetica fanciulla si rasserenassero. Ma fu un breve intervallo fra due tempeste.

Ma mi pare disse Fräulein che si tratti della sua bambola spezzata e del suo canarino morto. Ma come? Il canarino è morto? esclamò Valeria. Bisognava dirmelo. E la bambola è rotta? Ma gliene compreremo subito un'altra, disse la signora Avory, molto agitata. Ma non è... non sono... non è vero... spiegò Fräulein confusa.

Vi giuocava, quasi, come una bimba con gli abitucci della bambola. Vi sar

Forse aveva bisogno anche lui di conforto. Bacia, disse, offrendogli la bambola a braccia tese. Aldo balzò in piedi e cadde in ginocchio davanti a entrambe. Baciò la bambola, e il paltoncino di Anne-Marie, e le ginocchia di Nancy, e poi nascose il volto in grembo alla bambina, singhiozzando. Anne-Marie subito pianse e strillò, e Nancy li baciò tutt'e due, consolandoli. Non piangere, tesorino mio!

La piccola obbedì malvolontieri, e venne su lentamente, trascinando per le scale la bambola. Aldo la seguì. Anne-Marie fu messa a sedere sul letto, e sua madre le infilò le scarpette da viaggio di cuoio giallo. Aldo, seduto vicino alla finestra, guardava in giardino, tamburinando colle dita sui vetri.

Eh, caro mio, mi rispose, l'ho detto dianzi a quel conte, che io morrò scapolo. Credo bene che la gentile fanciulla pensi a me, come alla prima bambola a cui avr

Aveva anche un abituccio di velluto rosso, come quello di una bambola, fatto per lei; ma quella mattina non aveva voluto metterlo. Se ne stava tranquilla ed illanguidita nell'angolo del salotto che le era consacrato durante la giornata: alla notte Eva andava a dormire nella serra coperta di cristalli, poichè i lumi del salotto le avrebbero dato fastidio ed impedito il sonno.

Carlinetto, invece, detto «'legrìa» con quella sua faccia rossiccia da bambola, con quei suoi occhietti che ballavano dietro gli occhiali, con quel nasino corto e gobbo, col suo argento vivo che gli usciva dalle gambe, co' suoi eh, eh, eh, eh,... che parevan la trombetta dei pompieri, avrebbe fatto ridere i tavolini del Paolo.