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E da queste sole monete giá mostrammo doversi prendere il vero prezzo e valore delle cose, non da quelle di rame o di bassa lega, le quali non hanno in intrinsecamente quel valore che per sola autoritá del principe rappresentano.

Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, di grande autorita` ne' lor sembianti: parlavan rado, con voci soavi. Traemmoci cosi` da l'un de' canti, in loco aperto, luminoso e alto, si` che veder si potien tutti quanti.

TRINCA. E tu, Gulone, ti vuoi uccider col capitano? GULONE. Volentieri. TRINCA. Orsú, fatela da valent'uomini, uccidetevi insieme. TRASIMACO. A me non conviene por la mia autoritá in bilancia con un par suo. O molto indegno della grandezza dell'animo mio!

Ma prima di Servio Tullo si valevano pure ne' contratti di certi pezzi di metallo, non segnati ma dati a peso; onde quel re non fece altro che coniarli, per ovviare alle fraudi con la pubblica autoritá.

Alcuni dicevano che, per conto delle monete, egli era cosa impossibile che fosse osservato quello che dal nostro autore era stato proposto, e che tutto ciò era stato un suo capriccio, e che egli si era affaticato indarno; percioché ogni principe nel suo Stato ha libera potestá ed autoritá di fare a suo modo, ed in particolare sopra le cose de' danari.

Quegli adunque che dall'avvilire altrui credon esaltare, dissono e dicono che dal detto verbo «poio» viene questo nome «poeta»; e percioché quello suona «poio» che «fingo», lasciati stare gli altri significati di «fingo», e preso quel solo nel quale egli significa «mentire», conchiudendo, vogliono che «poeta» e «mentitore» sieno una medesima cosa; e per questo sprezzano e avviliscono e annullano in quanto possono i poeti, ingegnandosi, oltre a questo, di scacciargli e di sterminargli del mondo, nel cospetto del non intendente vulgo gridando: i poeti per autoritá di Platone dover esser cacciati delle cittá.

E io: <<Per filosofici argomenti e per autorita` che quinci scende cotale amor convien che in me si 'mprenti: che' 'l bene, in quanto ben, come s'intende, cosi` accende amore, e tanto maggio quanto piu` di bontate in se' comprende. Dunque a l'essenza ov'e` tanto avvantaggio, che ciascun ben che fuor di lei si trova altro non e` ch'un lume di suo raggio,

La veritá si è che il batter moneta è la piú bella e la piú nobile prerogativa del principato, perché con quella si diffonde per il mondo durante sua vita, e resta dopo morte, il nome, l'effigie e la memoria della grandezza ed autoritá sua, delle imprese e de' suoi magnanimi pensieri, di che sogliono dar contrasegno i rovesci: onde quelli, che ne godono il privilegio, non devono defraudar se stessi di questa gloria.

E, subito che ciò ebbi inteso, non ho potuto stare, che non prorompessi in queste poche parole: Cari come fratelli, dovete sapere che egli è ben in libertá de' principi di fare a loro modo delle cose che sono in loro potere; ma, perché le monete, che tuttodí si spendono or qua or , sono del mondo, i principi non vi hanno particolar autoritá sopra, cioè di comandare ad esse che vadano o che restino secondo il loro volere.

LAMPRIDIO. Come sei venuto cosí appunto oggi come io? Siamo ancor noi andati per lo mondo e sappiamo di malizia la parte nostra. EUGENIO. Che volete dir per questo? LAMPRIDIO. Che non sei Eugenio. EUGENIO. Che son dunque? LAMPRIDIO. Un truffator di nomi e delle altrui autoritá. EUGENIO. Forse con piú veritá si potrebbe dir di te. LAMPRIDIO. Dici dunque ch'io sia uomo da far truffe?