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Lavorate voi per.... conto vostro, o per conto dello Stato? Bambina arrossì e non rispose. Si assise. All'istesso momento si udì uno strepito di cavalli nella corte, poi un rumore di passi nelle scale. È Sua Eccellenza, gridò il lacchè: tiratevi da banda.

In fine, ella si ritrasse e Manfredo la seguì. Sedete! fu la prima parola ch'essa, tutta tremante, pronunciò. Manfredo si assise di fatto, ma non parlò ancora. I suoi occhi erano fisi nella contemplazione della Ginevra; non ci poteva essere cosa più attraente della vaga e svelta figura di quella giovane donna, linee più care di quel volto impallidito dai lunghi affanni,... La bellezza della duchessa Elena era senza dubbio più perfetta; ma quella perfezione, essendo la sede stessa della volutt

Ella lisciò i suoi capelli, raggiustò la sua veste da domenica, di cui erasi azzimata per presentarsi innanzi alla morte, linda, bella, con tutte le eleganze che l'avevano adorna in la vita. Poi si assise alla sua piccola tavola, da cui cavò un foglietto di carta, e scrisse la lettera seguenteDi' carina chiese Sergio vuoi tu darmi una tazza di the?

Prendemmo un caffè, e si assise con noi un Pollacco, che bisticciava alla peggio un po' di francese: egli ci disse che veniva in Francia, e che era gi

Un ritratto in miniatura del colonnello colle assise dei cacciatori della guardia imperiale, un ritratto di sua madre prima delle nozze. Alcuni lavoretti della sua infanzia, alcune lettere che suo padre scrisse alla moglie da varie parti d’Europa, nelle quali parlava con sommo affetto della loro bambina.

Sarei venuto anche prima se si fosse trattato di semplici complimenti; ma avevo cose importanti da confidarvi, e bisognava pure che prima io dessi fine a parecchie faccende. Ora son qui perchè tutto pare determinato. Sedete dunque; io sto ad ascoltarvi. Il Morone si assise. La Ginevra gli sedette in faccia in grande aspettazione. Oggi, è venuto da voi il marchese Palavicino?

E si assise dinanzi alla tavola, appoggiò il capo ad una mano e rimase immobile. Il duca era un po' spaventato. La duchessa era profondamente triste, ma risoluta. «Ho timore faccia davvero! pensò egli. Non vorrei poi perderla!... E se fosse proprio disposta a dimenticarlo?... Ma pure di colui mi abbisogna il sangueSi accostò un poco a sua moglie, senza profferir parola.

Don Diego traballava sulle gambe. Il commissario lo fece sedere e gli disse: Rimettetevi. Don Diego si assise un istante per dare equilibrio alla circolazione del suo sangue, poi si levò di un tratto ed esclamò: Mille grazie. Voi sapete perchè vi hanno arrestato? No, signor commissario. Io non lo sospetto neppure. Voi cospirate per rovesciar la dinastia e cangiar la forma di governo.

Egli si assise dinanzi l'apertura della grotta spiando attentamente il campo egiziano per rendersi conto di quanto succedeva.

E tale dilazione momentanea era stata accettata dal conte di San Giorgio e da donna Livia. Il giorno era per finire, quando la duchessa arrivò con donna Rosalia al castello. Quasi subito condusse la cognata in una sala del piano superiore: indi si assise vicino a lei senza parlare. Donna Rosalia ruppe prima il silenzio.