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Egli non se ne avvide; mandò giù, senza badarci più che tanto. Del resto, egli mangiò pochissimo. Che cosa gli diedero da bere? Doveva essere uno di quei soliti liquori, che mordono la lingua, bruciano il palato, e mandano i fumi al cervello. Ma egli ne assaggiò a mala pena.

La minestra fumante venne in tavola, e il nostro eroe assaggiò la minestra. Era buona, e sarebbe anche stata migliore, se dalla cappa del camino non fosse caduto un po' di fuliggine entro la pentola scoperchiata. Non crediate che il conte Gino la respingesse per così piccolo guaio. L'elegante giovanotto, lo stomaco delicato, che si era gi

Ma che stufatino!... Ma che salsa piccante! interruppe la Cate. Meglio arrosto. Scusi, siora Cate, è troppo piccolo. Alla malora il porco e i suoi protettori urlò Tita in una recrudescenza di furore. Ch'io possa morire d'un accidente se di quel porco ne assaggio un boccone.... L'avevo detto al mio compagno che se lo tenesse tutto per lui.

A un fischio di locomotiva, breve, acuto, lontano, egli si riscosse, si guardò intorno. La stazione era ancora deserta; il padrone del Caffè sonnecchiava dentro un bussolotto illuminato dalla fiamma gialla d'una lampada a gas; il cameriere, dinanzi al banco delle vivande, parlottava con un manovratore. Egli ripiegò la lettera e la richiuse nel portafogli. Si versò un poco di latte e di , ne assaggiò un sorso, e ripose la chicchera. L'orologio, sul quadro dell'orario, segnava le otto e un quarto. A quell'ora ella doveva essere gi

Allora la nonna assaggiò la scarpetta e la trovò molto gustosa; eppoi l'altra scarpetta e la trovò eccellentissima anche lei. Eppoi Nancy dovette cominciar da capo ad assaggiare tutto: le braccia, e le guancie, e le scarpette... Così i giorni passavano affaccendati, pieni di importanti occupazioni. Aldo, da Montecarlo, scriveva che il «sistema» era impareggiabile.

Giovanna di Torrespina assaggiò a mala pena delle vivande che le erano imbandite e che Morello, da cortese servente, le andava sminuzzolando sul tagliere. La sua mente era altrove; egli tal fiata era costretto a ripeterle una frase, poiché ella la udiva senza ascoltarlo, e la cortesia comandava di chiedergli che cosa avesse egli detto.

Tutte le dame avevano gli occhi addosso a lei, per esaminarne la pettinatura e i vestiti, e farsene fare degli uguali per il giorno dopo, sempre che fosse stato possibile trovare delle stoffe così belle e delle modiste così valenti. Fu servito un magnifico rinfresco, che il giovine Principe non assaggiò nemmeno, tanto era assorto nel rimirare la bella sconosciuta.

Lo seppe più tardi, quando ebbe veduti i gusci intieri, e ne assaggiò la polpa bianca di latte, che aveva sapore di mandorle.

Il nostro Cresti accettò e assaggiò qualche cosa, prese parte al brindisi che si fece in onore del futuro erede, applaudì a certi versi in dialetto rustico che don Malachia recitò sul tema: Che cosa è Amore.

Dette un par di colpi alla grattugia per far cadere nel piatto il cacio che vi restava attaccato, e andò a posar ogni cosa sul deschetto: poi tornò, scoprì la pentola, rimestò, assaggiò la pasta, l'aggiustò di sale, aggiunse una manciata di legna al fuoco e sedette. Intanto i tre giovani discutevano con gran gesti.