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Mio Dio! mio Dio! mormorò la povera Nicolosina, giungendo le palme sul seno e levando al cielo uno sguardo atterrito. Siete bella, proseguì il Sangonetto molto bella, troppo bella, ve lo dico io, che me ne intendo, e, da vent'anni in qua, non fo che studiare di questa importante materia. Non vi aspettavate la mia visita, lo so; ma fuggivate quella d'un altro.

LA «GELOSIA» FA IL PROLOGO. So ben ch'ogniun di voi che mi vedrá cosí vestita di giallo, con faccia cosí pallida e macilente, con gli occhi sbigottiti e fitti in dentro e co' giri d'intorno lividi, con questi faci, serpi e stimoli in mano, desidererá saper chi sia e a che fin qui comparsa, rappresentandosi agli occhi vostri piú tosto una sembianza tragica e mostruosa che convenevole a' giochi e feste della comedia che aspettavate.

A prima giunta aveva pensato che il duca volesse pigliarsi giuoco di lui; ma il volto del vecchio gentiluomo era così severo, i suoi sguardi si volgevano con tanta sicurezza ne' suoi, che il sospetto gli uscì tosto di mente. Che è ciò? si fece egli allora a domandargli. Leggete, signor di Montalto; vedrete qui dentro tal cosa che non aspettavate di certo.

PANURGO. Anzi a te starebbono buoni questi duo luoghi, accioché quando l'uno ti fosse venuto a noia, mutassi nell'altro fresco e senza pagar pigione. PELAMATTI. Poiché aspettavate me, come mi chiamo? PANURGO. Malaventura. PELAMATTI. Mala ventura arei da vero, se te le dessi. Io mi chiamo Pelamatti. PANURGO. Tu ti chiami cosí, per scherzo, Pelamatti, perché poco pelo metti in barba.

Non aspettavate di rivedermi così presto? gli disse a mezza voce la marchesa di Moya, mentre la regina si affacciava nell'intercolonnio, a guardare di sotto e d'intorno. Signora.... sa Iddio se avrei voluto contentarvi l'altro giorno; ma ho comandi superiori.... sono schiavo del dovere.... Il vostro dovere lo vedremo quest'oggi; ribattè la marchesa. E preparatevi a farlo bene.

Quando furono soli, il contegno di Adriano cangiò. Il suo viso, dolce e trasparente, assunse un'aria dura, altera e supremamente disdegnosa. Il duca pareva completamente abbattuto. Io vi aspettava disse Adriano, sedendo ed avete potuto vedere che sono preparato. Perchè mi aspettavate voi? domandò il duca. Voi avete dunque dei rimorsi? Io mi metto di raro nel caso di averne replicò Adriano.

PANURGO. Io son Arcifacio, son Faciissimo. PELAMATTI. Me ne vo dunque: voi non sète quel che cerco. Vo' Facio, non Arcifacio Faciissimo. PANURGO. Io son quello che cerchi, or vengo dalla bottega di maestro Rampino, ché mi desse le vesti; e disse avermele inviate per un suo servo; e or aspettandole stava passeggiando dinanzi la mia casa. PELAMATTI. Queste son dunque le vesti che aspettavate?