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Leoni tolse di tasca il portafogli, lo aperse, e cercò fra le carte che vi erano contenute. Trovò quella che voleva, la svolse, la guardò, poi disse: È questa sera! La carta che guardava era l'invito a un ballo di gala che la principessa Rizzi dava appunto in quella sera. Aspettatemi, disse l'avvocato alla Maria, e pregate il Signore. Prima di sera mi rivedrete.

Ora aspettatemi; soggiunse; torno subito a voi. Ciò detto, si allontanò, colla busta tra mani, per quell'uscio medesimo dond'era venuto.

Orbene, aspettatemi un po'. E così dicendo il padre Bonaventura si alzò, e corso all'uscio, disparve, lasciando il povero maggiordomo pauroso ed incerto in mezzo alla stanza.

Passate per l'ultima porta a destra e aspettatemi sul marciapiedi... Bruscamente apparve la fabbrica della Stazione. Letizia si volse. Tutto era scomparso nella notte, dietro di lei: la citt

Ma s'apre la porta e veggio il parasito che viene per ritrovarmi: perdonatemi. LECCARDO. Entrate, signora, in questa camera qui vicino. CHIARETTA. T'obedisco. LECCARDO. Serratevi dentro e aspettatemi un pochetto. Capitano, sète voi? MARTEBELLONIO. Pezzo d'asino, non mi conosci?

TEODOSIO. Questi è l'ingannatore, signor capitano. Birri, prendetelo. CAPITANO. ¡Alto a la corte! Sois preso; o vos, atadle. LAMPRIDIO. Che ho fatto io, che feci mai? CAPITANO. Lo sabrás como serás en carcel. LAMPRIDIO. Aspettatemi un poco, lasciatemi parlare. CAPITANO. Habla cuanto quieres. LAMPRIDIO. Non stringer cosí forte, lasciatemi parlare. CAPITANO. Ya no hablas con las manos.

E la Gioconda, intascate le dieci lire, se la svignò con insolita prestezza. Voi, disse Cantasirena a Pietro Laner, aspettatemi pure. Vado un momento dal Brunetti; poi vi darò due righe per il Bizzarelli fece per andarsene; l'altro l'afferrò per un braccio. Che Bizzarelli! Che amministratore! Ma vuol darla ad intendere anche a me? Il povero Bizzarelli è un suo creditore come gli altri!

Se vi sbrigate sollecitamente, potrete tornar qui che ci coglierete ancora od a tavola o nel salotto da fumare: se no, aspettatemi laggiù ch'io vi discenderò poi ed avrò bisogno dell'opera vostra. signore: disse con premura Gustavo, e corse via senza manco finir di bere il suo caffè.

Aspettatemi un momento che vado per un certo affarettino; intanto affilate le orecchie. Ritornò quasi tosto e m'introdusse sotto il portichetto, dopo aver dato una girata di chiave alla bottega. Trovai due comode seggiole davanti a un piccolo tavolo dove ergevasi maestosa una pingue bottiglia di vino bianco fra due enormi bicchieri.

Don Pio si affacciò al finestrino, e mentre il treno faceva una breve sosta disse all'intendente, che cercava di aprire lo sportello: Aspettatemi fra qualche giorno, vi telegraferò; un affare urgente mi chiama a Firenze; non mandate nessuno a Roma. Se giungono telegrammi da casa, apriteli e rispondete a nome mio che sto bene.