United States or Egypt ? Vote for the TOP Country of the Week !


"Muy bien: tráigame Usted todo lo que Usted tiene." Cominciò a portarmi la tavola e la seggiola, ed io sedetti e aspettai. A un tratto sentii aprire una porta dietro di me, mi voltai.... Angeli del cielo, che vidi!

«Giunse a' 3 di novembre chogia Alì accompagnato da un gentiluomo del sultano di Tauris parente del gran cancelliere al quale fu indiricciato, e subito condotto al re prima ch'io sapessi la sua venuta, il quale aspettai che uscisse dal palazzo, e mi riferì che S. M. gli aveva dimandato dove si aveva trattenuto tanto tempo e che era molti giorni che lo aspettava e avvicinandosegli disse: questo è di quel bel panno di Venezia, avendo chogia Alì fatto presente di tre veste. Gli diede il libro dicendo che la lettera della S. V. era l

Vedi, non ti lascio; resto con te. Sedetti, aspettai. Lo stato del mio animo era una sospensione angosciosa nell'attesa di un evento prossimo. Io ero sicuro che qualcuno sarebbe venuto a chiamarmi. Tendevo l'orecchio a qualunque lieve strepito. Udivo di tanto in tanto sonare nella casa i campanelli. Udii il rumore sordo d'una vettura su la neve. Dissi: Forse è il medico. Giuliana non fiatò.

Il dolore in lui rimaneva, ma senza forma esterna. Un mattino ch'io m'era recato a casa sua, il servo mi disse che il signor conte era uscito. Lo aspettai: arrivò all'ora della colazione. Perdona, mi disse. Sono stato al cimitero.... Se tu vedessi.... non più un fiore, nulla! Ma il buon umore tornò presto: l'indomani.

Aspettai. Passò un tempo indefinito. A un tratto, udii un rumore di porte che s'aprivano, un suono di passi che s'avvicinavano. Balzai in piedi. Giuliana si sollevò, nel tempo medesimo. Che sar

"Pronunciate queste ultime parole si allontanò così rapidamente che non potei soggiungere nulla e rimasi col curioso amuleto tra le mani, ricordo materiale di una avventura che altrimenti mi sarebbe parsa un sogno. Aspettai invano di rivedere il misterioso vecchio. Il giorno seguente si riprese l'attacco della fortezza e non pensai più a lui, cacciando l'astuccio di cuoio in fondo al bagaglio.

Attilio si recò nel palazzo comunale e procedette quivi all'esame dei testimoni. Io lo aspettai nella strada passeggiando. Quando, dopo due ore, mi raggiunse, mi disse stringendomi la mano: Bene, bene, il tuo don Luigi pare al coperto.

Aspettai per otto giorni una lettera di miss Yves, che non venne. Il 15 aprile ero a Napoli. Non ci voleva una fede meno salda della mia per mettermi in Napoli a quella ricerca, senza un aiuto al mondo. Dopo otto giorni di corse inutili, di speranze e di angoscie, trovai una traccia, inaspettatamente, al Museo Nazionale.

"Eh! via, una parola, un nome, non è in fin dei conti che un nome dovrò io tessere sovr'esso una sventura con tanta sicurezza?" Ritornai a Clelia con animo più calmo. Dormiva ancora; aspettai. Poco dopo ella aprì gli occhi; mi vide e mi sorrise. Come mi fece bene quel sorriso! Pure ella aveva sorriso nello stesso modo poc'anzi.

Non so perchè, quelle lacrime innocenti m'irritarono e mi sconvolsero in modo che invece di chieder perdono a Lidia d'averla così turbata colla mia improntitudine, non apersi bocca e aspettai ch'ella avesse rasciugati gli occhi e si fosse dominata; per quanto i suoi sguardi invocassero una scusa, io fui capace di formularla.