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Indietro, Fathma! urlò Omar, spingendola bruscamente da un lato. Arrendetevi! intimò una voce furiosa. Il negro invece di rispondere afferrò il fucile per la canna, lo rialzò, puntò una delle sue pistole e fece fuoco. Un urlò accompagnò la detonazione, poi seguì il rumor sordo di un corpo che cadeva a terra. Ah! cani! vociò Fit Debbeud. Mi assassinano la gente!

Davanti a me sulla strada la vetturetta di Raby si ferma. Il capitano, dritto in piedi: Arrendetevi! Si sente un vasto e profondo scalpiccio. La mia blindata corre per venti metri e posso contemplare la testa del grande Corpo d'Armata che s'avanza lentamente verso di noi. Precedono a piedi, funerei, i generali di brigata, i colonnelli e i maggiori.

Che c'è di nuovo? Ed egli: Venuti per sorprendere fummo sorpresi. Ed il resto della colonna? Muove parallelamente alla montagna. Ma come accadde che il nemico s'accorse di noi? Il comandante non sapeva nemmeno ove giacesse il forte. I cacciatori Bonnet, i quali formavano la sinistra, spintisi fino alla cinta, s'imbatterono in una grossa pattuglia. Arrendetevi, disse l'ufficiale.

Prego, signor tenente... dove è il vostro colonnello? Qui sono io l'unico comandante italiano. Non fatemi perdere del tempo. Siete sconfitti. Arrendetevi senza tante chiacchere. Siamo seguiti da grandi forze che saranno qui fra pochi minuti. Altre blindate, cavalleria e bersaglieri ciclisti. Prego, prego. Io credo che ora è firmato armistizio. Non credo alle vostre parole.

E veramente i Borbonici sopraggiunti inseguendo i fuggenti, cominciarono a menar sciabolate a gente incapace di difendersi, ed a gridare: «Arrendetevi!» I caduti eran tutta gente poco disposta alla resa, e sbarazzati dai cavalli, essi si atteggiarono a menar le mani. Ma cosa avrebbe potuto un numero sproporzionato? morire da forti. Così però non l'intendevano Cantoni ed Ida.

Giù Ghiandusso con me! Prendi due bombe e revolver. Tu, Locatelli, pronto alla mitragliatrice! Poi di corsa con Ghiandusso verso il sergente ungherese che segue l'ultimo carro. Tutti giù! Arrendetevi! Volta i cavalli e indietro! Il sergente, esita un attimo poi cede. Tutti gli uomini del carreggio sono disarmati. Indietro! grido. Via! Troverete a Tolmezzo la colonna di prigionieri.

Mi slancio verso la porta dalla quale escono in tumulto molti ufficiali. Giù le armi, arrendetevi! Il primo, un tenente, è agile, muscoloso, ma pallidissimo. Gli strappo la baionetta-pugnale dalla guaina che porta al fianco. Al secondo che si avanza minaccioso scarico un tremendo pugno nello stomaco.

A quella vista il capo dei masnadieri accennò loro di arrestarsi, venne incontro a Rosen, ordinò che non gli si torcesse un capello; e afferrandolo per le mani, che gli diedero una stretta simile a quella d'una morsa, gli disse: Che cosa volete fare? arrendetevi; avete coraggio, ma siete un insensato, credete di poterla spuntare con noi?

Armi a destra, uomini a sinistra! Dell'ordine, per Dio, dell'orrrdine! Ghiandusso, prendi il tascapane coi petardi, e vieni. In fondo alla viuzza sporgendoci su un muricciolo basso, vedo a venti metri sotto, in un immenso cortile un migliaio di bosniaci. Confusione intorno alle marmitte. Grida di ufficiali, ordini incomprensibili. Alcuni caricano i fucili. Io grido con voce tonante: Arrendetevi!

«Arrendetevi, ragazzigridavan gli ufficiali borbonici, edificati da tanta intrepidezza, e certamente orgogliosi di tali concittadini: «Arrendetevi, non vi sar