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I cavalieri francesi erano a dirittura innamorati di Messire Picot de Bardinette. In parecchi scontri aveva cavalcato con esso loro, e, per la nobil presenza in arcioni, come per la sua furia nel dar dentro ai nemici, s'era lasciati indietro i migliori. Da essi poi aveva imparato a non dar quartiere, e ammazzava i caduti, che gli era un gusto a vederlo.

O Alberto tedesco ch’abbandoni costei ch’è fatta indomita e selvaggia, e dovresti inforcar li suoi arcioni, giusto giudicio da le stelle caggia sovra ’l tuo sangue, e sia novo e aperto, tal che ’l tuo successor temenza n’aggia! Ch’avete tu e ’l tuo padre sofferto, per cupidigia di cost

E romani erano non solamente i capi nominati finora, ma i due Galletti, Bartolucci, i colonnelli Pinna, Amedei, Berti Pichat, il generale in capo Roselli, i capi dell'intendenza Gaggiotti e Salvati, i principali impiegati nel ministero dell'armi. Quali dunque erano gli stranieri? Garibaldi e la sua legione: 800 uomini. Arcioni e la sua legione degli emigrati: 300 uomini.

Marrocchetti, Galletti, Arcioni, che comandavano i tre corpi suddetti, gareggiarono di valore e d'intrepidezza. Il capitano Montaldi, uno dei migliori ufficiali di Montevideo, fu il primo che diradò le file di quei reduci valorosi. Alla testa della sua compagnia egli attaccò la destra nemica con tale impeto che la fece piegare sino sulle sue riserve.

Tentammo il possibile per ricominciare popolarmente la lotta e la iniziammo in Val d'Intelvi. Ma da un lato gare inaspettate fra d'Apice e Arcioni, capi militari dell'impresa, dall'altro la potenza del pregiudizio monarchico che immobilizza la leva dell'azione nella capitale e, quella caduta, sconforta dall'osare le citt

Va, chiama il tromba, fa che lo squadrone si raduni e salga in arcioni, e precipitati a galoppo sfrenato dietro il fuoco fatuo, ch'io ti darò per guida.» E, così dicendo, percosse il suolo con la magica bacchetta criselefantina, mormorando: Da le profonde viscere Di acquitrinoso suolo, Levati, o fuoco fatuo, Splendido e ratto a volo.

Da Colle Fiorito fino all'entrata della valle di Tesino, si ascende per facile pendio tappezzato di verdi erbette, nudo di alberi e di cespugli; e quindi, dove comincia il declivio, la strada diventa più malagevole e va intricandosi in una specie di laberinto, ove di leggieri ci saremmo smarriti, se il talento dei quadrupedi in tali casi non guidasse quello dell'uomo. Cavalcammo tutta notte senza mai arrestarci, ed allo spuntare dell'alba ci trovammo aver superata la spaventosa vallea, dove, per la pioggia abbondante caduta pochi innanzi, il torrente s'era ingrossato a tal segno che il mio povero asinello più volte aveva nuotato nell'acqua fino alla pancia. Verso le dieci del mattino, entrammo in Spoleto. Quivi era giunta una colonna mobile di soldati volontari, reclutati dal generale Arcioni, parte in Toscana, parte nelle citt

Conosci il tuo cavallo? Meglio che se fosse mio fratello: è baio sanguigno, balzano della staffa, sulla testa segnato di cometa. Conosci la paura? Voi pure non me la dipingeste, conte, ed io dico che ho troppo bene appreso alla scuola vostra. Ugo, afferrata la criniera dell'animale, stava per saltare in arcioni, se non che Oldrado: Sei pure impaziente!

O Alberto tedesco ch'abbandoni costei ch'e` fatta indomita e selvaggia, e dovresti inforcar li suoi arcioni, giusto giudicio da le stelle caggia sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto, tal che 'l tuo successor temenza n'aggia! Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto, per cupidigia di costa` distretti, che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.

94 Le lance ambe di secco e suttil salce, non di cerro sembrar grosso ed acerbo, così n'andaro in tronchi fin al calce; e l'incontro ai destrier fu superbo, che parimente parve da una falce de le gambe esser lor tronco ogni nerbo. Cadero ambi ugualmente; ma i campioni fur presti a disbrigarsi dagli arcioni.