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Siamo al gran giorno. Per un po' lottò contro la ricordanza, cercò di ringraziarmi dei regali, anzi mi rimproverò perchè eran troppo belli... non stava bene.... mi fece sedere davanti al caminetto, s'inginocchiò a ravvivare il fuoco, ma il dolore fu più forte del coraggio e scoppiò in un tal pianto, poverina, che io mi alzai, aprii la bocca, alzai una mano, e stetti incapace, come un merlo, a guardarmi nello specchio, sopra le gambe che tremavano, tremavano, Gesù d'amor acceso!

Appena aprii l'uscio, sentii un grand'urlo un urlo, come di chi prova paura. Mai erami successo in tutta la vita di venire accolto in quel modo sapea farmene ragione, per quanto mi scervellassi. L'urlo era stato proferito dalla proprietaria, che finora si era mostrata gentilissima ed educatissima a nostro riguardo. O non siete morto? Mi disse finalmente di dietro il banco l'ostessa.

Ora, caro Marco, vi aprii il mio cuore, disse la signora Lorini con dolcezza ed insieme con dignit

Avvicinai la barca in modo che fra essa e il muro del terrazzo non vi fosse più spazio acqua. Gettamelo, dissi ridendo. Sei buona? Il foglietto giallo si librò un istante nell'aria, e mi cadde ai piedi con maravigliosa perspicacia. Lo aprii e lessi: « Laura morta ieri. Funerali domattina alle dieci. Gian Luigi. »

Maria volle entrare nella casa. Io stesso aprii la porta. L

Quando fummo sul pianerottolo, io non aprii l'uscio di contro; ma volsi a destra pel corridoio oscuro, traendo lei per la mano, senza parlare. Tanto forte ella ansava che mi faceva pena, mi comunicava l'ambascia. Dove andiamo? mi domandò. Io risposi: Alla stanza nostra. Quasi non ci si vedeva. Io ero come guidato da un istinto. Ritrovai la maniglia; aprii. Entrammo.

Allorchè nell'inverno aprii in laboratorio la boccia contenente la crioconite, constatai che si era fatto un vuoto parziale, e trovai, non senza sorpresa che il miscuglio sviluppava un forte lezzo di putrido, avente carattere deciso fecaloide o scatolico.

Ella disse, a voce bassa, dopo un intervallo in cui ambedue avevamo tentato di misurare la nostra pena e non avevamo trovato un termine; ella disse: Hai tu pensato che questo potrebbe durare tutta la vita? Io non aprii le labbra; ma la risposta sonò dentro di me risoluta: "No, questo non durer

Sorpresa e incuriosita, lo aprii senza che nessuno potesse accorgersene. Vi erano.... indovinate!.. Tre pallottoline di zucchero! Lo richiamai subito da me. Lo sapevi che mi piacesse lo zucchero? gli chiesi sorridendo. Me lo sono figurato! Mi piace tanto a me! E tu, ripresi commossa, l'hai certo chiesto alla mamma e....

Io aveva paura di lui e non lo guardavo; rimase un pezzo dinanzi a me, senza dirmi nulla, poi se n'andò in silenzio; aprii gli occhi e non piansi più. E da quel giorno il babbo è mutato? È rimasto lo stesso; e questo mi sgomenta; non ho io ragione? Giusto pensò un poco, e riconobbe che la bambina non aveva torto.