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E hai continuato in tal modo fino... Sempre, fin che visse mio padre. Lo amavi molto tuo padre? ; è dovere. Ma non si ama solamente ciò che è dovere insinuò Marta. Si ama ciò che si deve amare rispose Appollonia, candidamente. Era buono almeno tuo padre? , come uomo. Queste parole sintetiche fecero ridere Marta. Appollonia soggiunse: Nei primi anni le cose andavano discretamente.

Ma da queste ricerche l'innocenza d'Alberto era uscita così trionfante, che lo stesso giorno ella scrisse a sua madre: «Sono felice, felice, felice.» I giorni peraltro le sembravano più lunghi e più vuoti. Suo marito si alzava presto per andare a visitare le campagne; ella, pigra, con le ossa indolenzite, rimaneva ancora sotto le coltri finchè Appollonia non le portava il caffè.

Marta rimase colpita da una manifestazione di criterio così solido in umile creatura. Sei una testa forte disse ridendo. Forte, forte confermò Appollonia dandosi un pugno sul capo, per avvalorare le parole. Sicchè ti trovi felice? Io . Ma felice di che? Parve che Appollonia non comprendesse subito, perchè esitò qualche istante; disse poi risoluta: Felice di essere sana e di poter lavorare.

Appollonia frugava dentro un mucchio di ferravecchi, con la larga schiena curvata a terra, e il faccione, per quella posizione scomoda, più rosso del solito. Che cosa cerchi, Appollonia? Cerco quella chiave, sa bene, la chiave della cassa vecchia lassù in soffitta; m'è venuto in mente che possa trovarsi qui.

Finalmente Appollonia, dopo d'averle chiesto se le occorreva nulla, veniva a darle la buona notte. Ella udiva il rumore che facevano sul mattonato gli zoccoli della brava donna che si allontanava, ultimo frastuono della giornata; e la casa ripiombava nel silenzio. Marta aveva sonno, ma aspettava Alberto. Quando credeva prossima l'ora del ritorno, si affacciava alla finestra, tendendo l'orecchio.

Appunto riflettè Marta intanto che Appollonia cercava la chiave come mai mia suocera, che era tanto accorta e previdente, si acconciò a prendere una serva giovane quale doveva essere costei allora? Appollonia, quanti anni avevi il giorno che venisti in questa casa? Ventiquattro, venticinque o ventisei, non lo so neppur io. Eri però giovane. Oh , signora, ero giovane.

Marta, nel guardarla, non potè a meno di sorridere, e balzando lesta dalla carrozza gridò: Buon giorno, Appollonia. Furono le prime parole che la nuova padrona pronunciò entrando ne' suoi dominî. Gerolamo ammiccò segretamente Appollonia, con uno stringimento di palpebre che voleva dire: Va bene, va bene!

Appollonia crollava la testa, sempre curva, ma dalle gote sporgenti sugli zigomi appariva chiaro ch'ella rideva in pelle in pelle. Di', Appollonia? Nossignora, nossignora, questo desiderio bisogna essere in due per averlo. Si può tuttavia avere, da sola, il desiderio di trovare il secondo. Ma sarebbe un desiderio inutile.

Appollonia si strinse nelle spalle; la differenza, secondo lei, non valeva la pena di essere discussa. Per finire, a che punto arrivò tuo padre? Mio padre arrivò al punto che non si moveva più dall'osteria. Standosene l

Almeno ella sapeva che Appollonia era la serva. Ne avevano gi