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Ed altre ne passeremo, non è vero, dottore? Certamente, certamente! disse il dottore, sforzandosi di accompagnare la parola con un sorriso fiducioso. Il nostro prode Malatesti deve esserci conservato. Egli non è amato solamente da Lei. Al reggimento ci si pensa sempre moltissimo, e il suo colonnello manda ogni giorno a chieder notizie. Ieri, poi, ci ha incaricato di annunziargli che è stato messo a rapporto, per la medaglia al valore. Ci ha diritto due volte, il conte Malatesti. Gi

Landolfo. Ecco, signor Marchese; se si potesse subito, almeno, annunziargli la loro visita, per distornarlo. Se lor signori hanno gi

E ora andate: vi sono grato di tutto, poichè a voi piace ch'io debba esservi anche riconoscente! continuò. Verrò a casa vostra a prender i documenti.... Serbateli per me! Parlava con una calma spaventosa. Rimasto solo, soffrì orribilmente. Non avrebbe mai pensato sin allora che nella vita vi potessero essere acerbi, pungenti dolori. Ma qui bisogna farsi cuore pensò. Mia moglie ha abusato di tutto: creatura simulatrice! È venuto il tempo della giustizia! Sentì un rumore di passi. Era rimasto circa un'ora solo, fra le angoscie più strazianti, dacchè Cristina lo aveva lasciato. Un servitore venne ad annunziargli che era tornato quel signore, di cui gli avea rimesso il biglietto di visita. L'ingegnere Amoretti? disse il principe, che avea ripreso in mano il biglietto, quasi non ricordasse più il nome; il servitore si accorse che la mano di lui tremava, come se fosse colto da paralisi. Fatelo entrare nel salottino rosso, disse il principe. E avvertitelo ch'io sarò subito da lui. Voleva riconcentrarsi un istante, munirsi di tutta la forza di cui aveva bisogno. Due minuti dopo, il principe entrava nel salotto da una porta, di cui un servitore gli apriva i due battenti. Trovò l'Amoretti in piedi, estatico dinanzi a un gran quadro: il ritratto di Enrica a quindici anni. Non è a dire se il cuore di Roberto batteva dinanzi a quell'immagine, che richiamava alla sua mente tutto un passato. Per quel sorriso, per quegli sguardi, egli avea tutto perduto: l'onore, la libert

Ov'erasene egli andato l'impostore? Chi lo avesse seguito, avrebbelo visto sguizzare in mezzo agli agenti della polizia, parlare a bassa voce coi principali di loro, ricevere graziosamente le loro congratulazioni, e poi trottare sollecito alla casa del suo congiunto il maresciallo Bellegarde, per annunziargli l'esito felice della sua frode.

A mezzo giorno del 30 giugno tutto era finito; Villa Spada era perduta; Garibaldi si ritirava coi laceri avanzi dei suoi, per la Lungara, sperando ancora di arrestare il nemico a Ponte Sant'Angelo, quando, un rappresentante del popolo venne ad annunziargli che l'Assemblea aveva bisogno d'interrogarlo sullo stato delle cose, e l'attendeva in Campidoglio.

Non appena il principe Gorreso, tornato nel suo palazzo, ebbe ricevuto il biglietto da visita dell'Amoretti, un servitore venne ad annunziargli che una donna, la quale soleva essere spesso ricevuta dalla principessa, domandava di parlargli. Chi è questa donna? domandò il principe distratto. È una antica serva della principessa: Cristina Braco. Il principe impallidì.

Non senza una certa inquietudine, che s'apprende anche agli uomini più audaci ed avvezzi a tentar cose che, non riuscendo, possono produrre la propria e l'altrui rovina; guardava di tanto in tanto per la fuga delle sale fino alla gran porta d'ingresso per vedere se mai entrasse il fratello ad annunziargli qualche nuovo inciampo, che troppo temeva dell'insofferenza del Palavicino e del suo carattere impetuoso; inquietudine che, durando a lungo, gli aveva vestito la parte superiore del volto di un vivissimo rossore, pari a quello che solea coprire le guancie di Bonaparte la vigilia delle sue battaglie; ma l'impresa a tentarsi, se non era di alta importanza, non era però d'esito meno incerto e men difficile; però assai perplesso, stava in aspettazione.

Ma nel migliore delle sue suggestive interrogazioni a Matteo, ecco la nipote interromperlo per annunziargli che c'era il signor Marone. Venga: disse lo speziale; poi volgendosi al contadino: Eh ve l'ho detto io che l'avreste visto senza fallo, aspettandolo qui.

Infastidito, pigliò l'abbrivo verso piazza Castello. Se in quel punto gli fosse venuto dinanzi quel figuro di Forniglia, gli si sarebbe avventato alla gola come un mastino rabbioso, tanta era la stizza che lo divorava. Figuratevi dunque con che grido di giubilo egli, poc'anzi così abbattuto, accogliesse le parole del Priore, venuto ad annunziargli che era deliberato lo scontro.

E non passò guari e l'araldo venne ad annunziargli che egli precedeva un oratore cui Roberto Guiscardo mandava al pontefice, e che questi ai baroni rimandava per dargli udienza. Infatti e' finiva di così parlare, allorchè i battenti della sculpita porta si schiudono e comparisce il vescovo di Bovino. Il suo passo era maestoso come a personaggio di tanto cuore e di tanto rilievo convenivasi.