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Andrai coi piè nel fango e l’occhio altero Nella luce rapito, Le magnifiche larve del pensiero Cercando per le vie dell’infinito: Da una possa virile andrai sospinta, Più grande ancor se vintaCosì mi parla la tenèbra

Ma s'avvien poi che a le tranquille ciglia ridendo levi il velo, allor più incende il foco e 'l ghiaccio è freddo in ogni parte; virtù ritorna e Amor l'armi riprende ch'ella governa, e non è meraviglia ciò che può far 'l ciel, natura ed arte. Se 'l vostro alto valor, Donna gentile, esser lodato pur dovesse in parte, uopo sarebbe al fin vergar le carte col vostro altero e glorioso stile.

La contrattura dolorosa alterò le linee del volto, vi si fermò per qualche tempo. Le pieghe della fronte si approfondirono, la pelle delle palpebre ebbe un tremolio leggero, un po' del bianco apparve tra i cigli.

Di questi celebrar fo tante messe e marito fanciulle del paese diceva il conte; e Filinor fu tosto per questa via nell'incarco riposto. Non si potria mai dir la petulanza del guascon, quando egli ebbe il posto altero. Tutti disprezza, e con poca creanza trattava ogni piú antico cavaliero.

Qual di pennel fu maestro o di stile che ritraesse l’ombre e ’ tratti ch’ivi mirar farieno uno ingegno sottile? Morti li morti e i vivi parean vivi: non vide mei di me chi vide il vero, quant’ io calcai, fin che chinato givi. Or superbite, e via col viso altero, figliuoli d’Eva, e non chinate il volto che veggiate il vostro mal sentero!

Queste vi fanno tal, lunge e dappresso, ch'al grido sol del vostro nome altero l'alma s'inchina, e come può vi onora. E se al caldo disìo fia mai concesso stile al suggetto ugual, ritrarne spero fama immortal, dopo la morte ancora. X. Alla Duchessa di Toscana

La reclinazione della bella testa muliebre fu in atto dolcissima; e, poichè il movimento alterò un poco il sonno, tra le palpebre a pena a pena sollevate apparve un lembo d’iride e scomparve nel bianco, quasi come una foglia di viola nel latte.

E tu invan, fiera Dea, tu invan d'oscure Sfingi hai custodia intorno; invan di tuono Armi il tuo grido, e veste hai di paure. Questo verme immortale ebbe tal dono, Per cui scrolla are, ombre dirada, e altero Su le rovine tue piánta il suo trono. Tu di fulmini t'armi, e in tuo mistero Minacciosa sorridi; egli al tuo sguardo Il fulmin strappa, ed arma il suo pensiero.

Perchè? domandò egli, con piglio tra curioso ed altero. Perchè vi amo; rispose il vecchio gentiluomo, facendo un passo innanzi, e guardando Aloise con espressione di malinconico affetto; perchè la vostra vita è necessaria alla mia. Per qual diritto? gli disse di rimando il giovine, mentre dava indietro d'un passo, quasi volesse anche col gesto respingere quella dichiarazione amorevole.

Ma son costor le stelle tutte e i Soli, Che ad onor de lo strano Ospite accolse Dentro al suo tempio la gentil Carìte? Così non piaccia al dio, che l'arte e il nome D'Ausonia ha in cura! Fra cotanta luce Non splende Olimpio ancor, colui non splende, Che, la fiera spregiando arte dei padri Che tutta chiusa nel vergineo peplo Rigida custodía l'are di Vesta, Una discinta Maddalena adduce A susurrar detti svogliati e strani Per le tiepide alcove, o a tesser balli Vertiginosi fra le nubi, e un'onda Versar quinci di nenie e di sbadigli Sopra a le folleggianti anime umane. Ecco, ei viene, ei risplende. Altero e bello Ne la modestia sua con misurato Passo s'inoltra; e, benchè svelto e lieve Scivoli sovra i piè, pur non sostenne L'arguto calzolar, ch'ei non proceda Senza un qualche rumor; però ch'ei volle Sotto al tornito stivaletto, a cui Ròdope stessa invidierebbe, un nido Porre di crepitanti e scricchiolanti Genî, che possan dire anco ai lontani: Ecco il nume, adorate! In simil guisa Da l'Olimpo al boscoso Ida venía Il saturnio signor, quando a l'incontro Dolce ridente gli schiudea le braccia La placata consorte, e sotto al passo Gli stridean le selvagge aquile e il fascio Dei serpeggianti folgori. A la soglia Fermasi un tratto; la sottil mazzetta Palleggia, ed il sereno occhio d'intorno Muove in cerca di lei, vergine o sposa, Donna o dea, ch'ai suoi lauri un qualche intrecci Gentil fior di pensiero, e stilli unguenti Sopra le nevi del ben culto crine. Bice è l