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O che se mai del Vaticano il monte Suo nome in Asia, e la sua legge estolle? Diceva ancor, ma di Megera in fronte De gli atri abissi il rio venen ribolle, E la dura alma, a l'universo infesta, In fra turbini d'ira alto tempesta.

Non è ancor tempo di morir, riprese L'Ombra, e negli occhi balenò; gagliarda Alma non ha chi de l'avverse imprese Non sostien l'ira, e ad avvenir non guarda. Uom, che a ferma virtù tutt'opre intese, Spregia il fulgor d'una virtù bugiarda; Cede, non fugge; e innanzi ad empia sorte Vilt

Io guardai un pilastro. Allora il vecchio mi fece cenno che lo seguissi, e si mosse verso un angolo della chiesa, mormorando con aria di tristezza: "Cadauno es dueño de su alma." Ciascuno è padrone dell'anima sua. Un chiericotto ch'era l

Soffriam: de la romita Alma, che piange e crede, Cibo, lavacro e vita Son la Speranza eterea, La Carit

10 E se vuoi che di te porti novella nel mondo su, per satisfarti sono. L'ombra rispose: Alla luce alma e bella tornar per fama ancor mi par buono, che le parole è forza che mi svella il gran desir c'ho d'aver poi tal dono, e che 'l mio nome e l'esser mio ti dica, ben che 'l parlar mi sia noia e fatica.

Cangiasi d'un bel raggio in scura nebbia, qual era pur dianzi non ricorda, su quel punto sa che far si debbia. Io dunque, alma di bere troppo ingorda, le parti mie d'alti pensieri dotte perdei qual cieca forsennata e sorda. Perché non so: sássel colui, che notte far giorno e giorno notte pote solo, e sovente a noi d'amare bòtte.

Qual felice fia per l'Orïente Alma, o paga degli uman desiri, Che per invidia non divenga ardente, Quando alle tue grandezze ella rimiri? Tu su le voglie d'Ottoman possente ch'ubbidisca del tuo guardo ai giri? che cangi color per tuoi sembianti? che venga di ghiaccio a te davanti?

Dolce amor, dolce musa: e non vaneggio; non è 'l mio sogno; no, che viva e vera ti veggio alma mia diva; e tal ti scorgo qual ti scorgono e Febo e tue sorelle a l'onde di Permesso; e qual ti scorge la sorella di Febo entro al suo giro. Quant'è la gioia mia?

Non io, che la superba alma fiaccai Ne le mobili Dune al fermo Ibero, Non io, quel che il mio destin mirai Di Marind

1 fune intorto crederò che stringa soma così, così legno chiodo, come la ch'una bella alma cinga del suo tenace indissolubil nodo. dagli antiqui par che si dipinga la santa vestita in altro modo, che d'un vel bianco che la cuopra tutta: ch'un sol punto, un sol neo la può far brutta.