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I boia colle loro divise gli stanno ai fianchi, toccando ogni quarto d’ora la tromba, finchè, durato per tre ore in tale vergogna, viene ricondotto alle regie carceri... Il concorso del popolo è così straordinario che la folla ferma il passo. Ciò accadeva il 22 luglio 1784. Le berline si moltiplicavano all’infinito e con forme che tutti conoscevano ed alle quali tutti erano abituati.

Ma i processi di successione all’infinito per leggi feudali in vigore, «e fondatamente sostituiti al primogenito e sostituiti liberi d’ogni altro gravame che non fosse quello delle pensioni dei cadetti o delle doti delle ragazze»²⁸⁶ erano miniere inesauribili per una falange di sfruttatori, i quali

E nel guardarle pensavo all’infinito gregge perpetuo delle madri di famiglia, le opache femmine d’un solo padrone, sovente a lui avverse, umili e pazienti come bestie da lavoro, piegate al giogo domestico da una fredda e necessaria fedelt

Quando poi dalle regioni del ghiaccio scendete alle chine erbose trovate da per tutto il terreno pur ora ridato al sole e ancora spugnoso per la neve succhiata, espandere in ogni verso le acque frettolose e cantare e gorgogliare come allegro della superata prigionia. E quando dagli altipiani erbosi scendete ancora ai prati, alle foreste, alle forre ed alla valle, allora gli accordi vanno moltiplicandosi all’infinito, e un suono insegue l’altro o lo avvicenda o ne respinge le ondate e si confonde con esso, e ne scaturisce una sonorit

Eppure, la saggezza umana, applicata alle cose presenti, non riesce che a stento ad evitar gli errori... ma la saggezza divina va all’infinito e, tutto vedendo, insegna la via diretta e agisce pel meglio. Gli dei sono gli autori di ogni cosa ed attuale e futura. È, dunque, naturale che essi conoscano il presente. E tosto mi avvidi che ragionavo meglio di prima.

C’è egli dubbio che, a ragion di lusso o di pompa, ai processionanti si dèsse più d’un cero, che il numero giungesse all’infinito? «Che per qualsivoglia lutto, ancorchè sia della primaria nobilt

E nello studio Ruggeri si lavorava a fondo con tali principii, moltiplicando all’infinito la lista delle spese, per bolli, scritturazioni, consulti, copie, corrispondenze, ma con piena rassegnazione dei clienti che affluivano in gran numero attirati dalla rinomanza dell’avvocato, e dalla speranza che il suo merito e la sua esperienza troverebbero il modo di abbindolare i giudici, facendo trionfare i loro torti come se fossero buone ragioni.

Un principe, il cui titolo resta onorato in un suo successore nel sec. XIX, avea contratto non sappiamo quali impegni; non volendo o non potendo mantenerli al termine fatale, chiedeva di poterlo fare con annuali soluzioni, che poi prolungava all’infinito e non compiva mai.