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Ma, se non vi fosse guadagno piú di quello portano le spese, non si farebbe questo traffico; e cosí resterebbe l'uno e l'altro metallo in Allemagna a quella proporzione alquanto differente, ma ben poco, dall'italiana.

E, stabilito cosí l'abuso, ne farei poscia venire a posta in casse la maggior quantitá che potessi, pagandoli in Allemagna secondo la giusta loro valuta, oppure qualcosetta piú, purché restasse del guadagno a me ancora; e manderei in Allemagna quelle monete italiane, che colá si ricevessero piú a mio vantaggio: dandosi il caso, con questi giri e cambiamenti, che si fanno molte volte in un anno, di raddoppiare in capo all'anno il capitale impiegato, che non è poco utile.

«Abbiate quanti più potete voti in Conclave; pagate bene cardinali, elettori, e vescovi di Allemagna col mezzo dei vostri ministri, senza far passare i danari per le mani degl'Imperatori. «Ricevete in grazia, a qualunque patto i ribelli dei Paesi Bassi, purchè vi abbiano per principe: ad ogni modo fate pace con loro».

E pure nel corso di quel secolo fa di mestieri ch'ella fosse nuovamente diminuita, mentre nell'ordinazione di Ferdinando primo imperadore, fatta l'anno 1559 nella dieta d'Augusta sopra tutte le monete dell'imperio e loro bontá e valuta, cosí d'oro come d'argento, io trovo che li ducati d'oro, detti ongari, di bontá di carati 23-1/3, e di peso a 67 ducati la marca di Colonia, valevano in Allemagna carantani 104 l'uno, che sono carantani 6988 la marca d'ongari; e perciò una marca d'oro fino di 24 carati valeva carantani 7167.

Per esempio, se l'oro in Allemagna è piú caro che in Italia, onde si baratti a piú argento che qui non si fa, ed io voglio di Venezia farmi pagare in Vienna la valuta di 1000 ducati in tanti ongari, bisognerá ch'io paghi al mercante di Venezia un tanto di piú quegli ongari della valuta ordinaria, perché in Vienna gli ongari vagliono piú argento che non vagliono in Venezia; e viceversa, chi di Vienna volesse farsi pagare in Venezia 1000 fiorini in tanti ducati, volendo pagargli in Vienna con ongari, converrebbe pagar aggio per li ducati, perché l'ongaro vale manco argento in Venezia che non vale in Vienna.

Appena però furono in Allemagna bandite le peggiori monete e l'altre tassate a minor valuta, che gran copia di queste s'è veduta comparir in Italia, ed in particolare negli Stati veneti, a Brescia, a Verona, nel Friuli ed in altri ancora alla Germania confinanti, di dove a poco a poco negli altri territori vanno spargendosi; e, sebbene due volte sinora sono state proibite dalla pubblica sapienza, non per tanto non ha prevaluto se non per breve tempo l'autoritá del principe alla malizia di chi ne fa profitto privato, mandando in Allemagna ducati ed altre monete a baratto di quelle inferiori.

Imperciocché, se, per esempio, fosse in Allemagna l'argento piú vile che in Italia, sicché per un'oncia d'oro si avessero colá 16 once d'argento, gli incettatori e mercanti portarebbero colá l'oro a barattare in argento, per portarlo in Italia, ove per una d'oro non s'ha che 14 e 3/4 d'argento, onde vi sarebbe di guadagno un'oncia e 1/4 d'argento ogni oncia d'oro, che sarebbero otto e mezzo e piú per cento, de' quali, sebbene ne andassero 3 o 4 in condotta, sensaria o provvigioni ed altre spese, n'avanza ben tanto che basta.

Onde, se ogni soldi 1571 peggiora 198, barattando a traeri, si viene a peggiorare dodici e tre quinti per cento di tutto l'argento che in ducati veneti va a baratto di traeri in Allemagna: perché, considerando il baratto d'argento fino per argento fino, Venezia il suo argento fino contenuto ne' ducati per soldi 1571, e lo riceve contenuto in traeri a soldi 1769 e mezzo, oltre il danno che sentirebbe dalla raffinatura; e però non è maraviglia se gl'incettatori pagano il ducato piú di lire 6.4, e se egli è alzato di prezzo fino a lire 6.8 di Venezia sotto gli occhi stessi del principe, e fino a lire 6.16 in Brescia.