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D'Esclot, cap. 103 e 104, si riscontra appunto con queste date. Bart. de Neocastro, cap. 63, riferisce in questi sensi l'orazione di re Pietro al parlamento. Così il Neocastro e lo Speciale. Ma forse Alaimo era stato eletto prima Maestro Giustiziere, perchè con questo titolo è sottoscritto nel diploma del 30 dicembre 1282, citato da noi a pag. 211.

Perciò rimanendosi alla espugnazione dei posti più avvantaggiosi di fuori, il sei agosto movea possente stormo contro il monistero del Salvatore, chiave di quell'assedio, per tener la bocca del porto. Cento Messinesi il difendeano: i quali sbigottiti dal numero degli assalitori, scossi dal battito della prima affrontata, fieramente combattendo dalle soglie e da' muri, li ributtarono; tantochè Alaimo venia con freschi combattenti dalla citt

Alaimo intanto spegnea senza sangue i ribelli. All'entrar di maggio appresentatosi a Noto con Giacomo, lascia il giovanotto poco lungi dalla citt

Del capitan del popolo di Palermo dopo il vespro, d'Esclot non dice il nome, ma che fu un cavaliere savio e valente. Saba Malaspina nomina il Mastrangelo, che forse fu il principale, ed ebbe tutta la riputazione. Montaner lo confonde con Alaimo da Lentini. Bart. de Neocastro, cap. 14. Anon. Chron. sic., pag. 147. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 4.

Diploma del ..... 1282 dal tabularlo della chiesa di Messina ne' Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. II. 4, fog. 117. Questo è dato certo di luglio o agosto, perchè vi si legge il nome di Alaimo capitano della citt

Vittorie di Pietro in Calabria. Vien la reina Costanza co' figli in Sicilia. Principi di scontento tra i baroni siciliani e il re. Parlamento in Messina; ove Giacomo è chiamato alla successione, e ordinato il governo. Movimenti repressi da Alaimo. Gualtier da Caltagirone. Partenza di Pietro per Catalogna. Ottobre 1282 a maggio 1283.

Taccion del rimanente le pratiche con l'imperator di Costantinopoli e coi baroni siciliani, da altri storici meno autorevoli composte come in azione drammatica. Giovanni di Procida, al dir di costoro, esule volontario per la supposta ingiuria atroce, n'è protagonista; rassomiglian ombre gli altri personaggi, che la istoria figura ben altrimenti: Pier d'Aragona, Michele Paleologo, Niccolò III, Alaimo da Lentini, e più altri nobili uomini di Sicilia. Non pensan, non osan essi senza Procida: al sol vederlo ogni fiata rompono in lagrime come fanciulli; ei solo, sospinto da amor di patria e desio di vendetta, va, torna, muta sembianti, ignoto ha credenza da' grandi; ei solo disegna, comincia, e fornisce l'impresa. Ignorando che Giovanni fosse esule dal sessantotto o sessantanove, come il mostrano i diplomi, e fatto uom di re Pietro, favoleggian costoro che venutogli in mente il disegno di tor la Sicilia a re Carlo, da solo cominciava a trattarlo con principi di fuori, e congiurati in casa. A Costantinopoli si portò l'anno settantanove, com'uscito che cercasse in quella corte asilo e stipendio; spacciandosi medico, ed uom di stato, delle cose di Sicilia espertissimo. Trovò piana la via appo il greco imperadore, che quegli in segreto luogo sopra una torre venne ad abboccamento con esso: e quivi Procida il tentò con favellar degli armamenti di Carlo a' danni suoi; a lui perduto d'animo e piangente fe' balenare innanzi agli occhi una speranza. Onde Michele, che l'imperio vedea sossopra, e Carlo intento e minaccioso a mala pena trattenuto da papa Niccolò, avidamente abbracciava il partito di turbargli i reami; e profferia centomila once d'oro: fermata l'impresa, le porgerebbe. Si infinse allor Procida scacciato dalla bizantina corte. Vestiti i panni di frate minore, furtivo in Sicilia entrò, che per esser più oppressa, o più disposta per le citt

Ripigliato la notte stessa il viaggio, al nuovo , che fu il due ottobre, su pei luoghi arsi e guasti dalla nimica rabbia, che contadino vi si scernea, armento, vestigia di côlti venivano a stuoli i Messinesi a incontrare il re. Il quale festevolmente raccoglieli, e ringraziali, e Alaimo sopra ogni altro: che ponselo al fianco, e in pegno d'amist

Ignorando questi eventi, Gualtiero se ne stava in Butera, armato come in ribellione, e spreparato d'animo e di guardie come in piena pace; quando il tre maggio con grossa scorta l'infante ed Alaimo vi cavalcarono: e fermatosi a riva il fiume Giacomo con le genti, Alaimo ascese il poggio; sforzò le porte senza contrasto, come a Noto; ed entrando esortò anco la moltitudine a farsi innanti a Giacomo con dimostrazioni di lealt

In un altro diploma del r. archivio di Napoli, reg. segnato 1270, B, fog. 9, a t. in data del 29 ottobre 1279, per alcune prestazioni alla chiesa di Messina, si legge al margine: Alaymo de Lentini et sociis secretis Sicilie. Donde si conferma che Alaimo era nobile uomo, adoperato ne' maggiori ufici dello stato, e ricco da prender in affitto quel della Segrezia.