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Silenzio brevissimo. Non sai? Ma.... vieni, subito.... prendi una carrozza. Abbandona il cornetto ed entra agitatissima in salotto.

Allora soltanto Milla lo ravvisò. Sul suo visino stravolto passò il mesto sforzo d'un sorriso.... essa aveva ancora tanta voglia di piangere!... Ma nel suo sguardo stanco c'era come una inconscia preghiera, un ignaro appello alla compassione e alla simpatia. Essa era tuttora agitatissima; calda ancora del recente slancio religioso, aveva il cuore pieno di quell'entusiasmo profondo della preghiera che, di tutto, fa anima e fraternit

In quel momento la vecchia governante entrò agitatissima. Che vuoi? chiese smarrita donna Livia.

Era un dispaccio di Matteo Cantasirena da Primarole. "Disordini gravissimi. Urge assolutamente. Regolati." Dio! Dio! Basteranno?... domandò Nora agitatissima, angosciata.... e sempre ritta coi pugni affondati nelle coltri, fissò sul signor Galli que' suoi occhi interrogatori e supplichevoli, nei quali luccicavano le lacrime.

E il prete allora, lanciatale dietro un'altra occhiata, affrettò a sua volta il passo curiosamente, mettendosi a fischiettare con aria di spavalderia il ritornello allegro di una canzone popolare. La Sant'Angelo era rientrata agitatissima, in preda ad una eccitazione penosa, che per qualche momento ella credette impossibile di poter nascondere o dominare.

Ove attende il duca? domandò donna Maria agitatissima. Nella gran sala terrena. Ella corse da lui, pensando che in ogni modo la franchezza sola poteva giovarle. Egli attendeva in piedi. Alla vista della principessa i suoi occhi si fecero minacciosi. Era ancora nel parossismo della collera. Ebbene? chiese donna Maria; siete vendicato? Non ancora. Come?

La duchessa diede anch'essa di volta per la camera agitatissima, poi si gettò a sedere su d'una di quelle cassapanche che stanno nelle anticamere. Non sapeva più quel che si facesse quel che si pensasse. D'improvviso, come se le venisse una speranza: Avete fatto leggere la lettera al Morone? domandò al Manfredo. Egli non sa nulla. Convien pure ch'egli lo sappia, Manfredo. Lo chiamerò.

Poi pensò che poteva essere del conte di San Giorgio, il quale approfittava dell'assenza del duca per dirle due parole; che, fors'anche ingannato, si lagnava di lei, e la aprì. Non v'era indirizzo: i caratteri le erano affatto sconosciuti, ma il nome di Federico, che vide tosto, la colpì. Lesse agitatissima, e dopo la lettura rimase più agitata ancora.

Passai una notte agitatissima, tormentato da ardenti fantasie. Mi pareva che all'alba volerei da Fulvia. Ma colla luce venne la ragione, e vidi l'assurdit

Ella, che durante il discorso di Alvise aveva sgualcito nervosamente fra le dita il mazzo di fiori campestri, ch'era rimasto sul tavolo dinanzi a lei, ora, lasciando cadere sull'erba gli steli sfrondati, era surta in piedi, agitatissima, risoluta a mettere fine a quella scena.