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Emilia si sforzò di sorridere, ma non poteva parlare. «Oimè! cara fanciulla, quando avrete i miei anni, non piangerete per inezie. Certo non dovete affliggervi per qualcosa di serio? No, Dorotearispose Emilia, «nulla d'importanteDorotea, chinatasi per raccogliere qualcosa, esclamò improvvisamente; «Cielo! che vedoCominciò a tremare, e si abbandonò su d'una sedia.

Io non voleva affliggervi, disse il barone dopo un istante di silenzio, ma rischiararvi e spiegarvi il mio riserbo e la mia esplosione poco misurata dell'altra sera. Non mi fate l'ingiustizia di credermi indifferente al vostro destino.

«Generoso cordoglio, e ben degno di voi, valoroso Baronedisse la Contessa stringendo la mano al Monforte «ma godetene per cagione mia, perchè voi non dovete affliggervi di cosa che mi piaccia

ARTEMISIA. Anzi, se mi amate, dovete piangere meco, ché quando duo amanti piangono le communi disaventure è uno sfogamento delle lor passioni. EUGENIO. Ma perché tanto affliggervi? ARTEMISIA. Primieramente temo che non m'amate. EUGENIO. Ahi, fiera stella, e come può cadere in voi cosí brutto pensiero se sapete certo che vi amo da dovero e il nostro amore è reciproco?

Le stoviglie sono proprio necessarie perchè, ora che ve lo posso dire senza affliggervi, avete a sapere, che da un pezzo in qua voi mangiate sempre nel medesimo piatto; e quando andavo in cucina io lo lavava presto presto, e ve lo riponeva su la tavola per modo, che non ve ne poteste avvedere. E con gli asciugamani lasceremo stare in riposo il gatto. O Signore, come siamo poveri!

Non mi sono ingannata, rispose poi con accento convinto.... Credete voi che io potrei affliggervi, se non fossi certa d'esser nel vero?.... Voi, che tanto amo... Queste ultime parole erano sincere; Federico lo sapeva; così credette anche le prime. Pure formavano con esse, uno strano miscuglio di verit

Grazie, grazie, grazie! soggiunse il marchese Paolo, con grande effusione di cuore, e stringendo forte le mani del vecchio Malatesti. Poi, rivolgendosi a Gino, così gli parlò: State di buon animo, mio giovane amico. Se la vita domestica ha qualche pena, non vogliate affliggervi oltre misura.

No, non posso acconsentire ad affliggervi col racconto dei miei mali; voi siete venuto a me ad oggetto di trattenervi in amichevole conversare, anzi a far meco colezione. Permettete adunque che ordini il caffè o la cioccolata, come più vi aggrada. Ed in questo dire fu per chiamare col campanello la cameriera