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Di un tratto, la mano del conte di Kormoff, a destra, e quella del principe di Storkine, a sinistra, afferrarono i due polsi del duca di Balbek e, levandosi, i due personaggi gridarono di una medesima voce: Signore, voi rubate! Il duca di Balbek restò pietrificato. I suoi polsi non battevano più. La sua voce si estinse. Solo, il suo labbro inferiore tremolò.

La lampada si affievoliva, ma Franci non voleva alzarsi. Bruscamente preso dall'irruenza dei singhiozzi si mise a graffiarsi le mani con ferocia. La fatica di questi giorni di battaglia e il dolore scoppiato frustavano i nervi di quel povero corpo dilaniato. Non badai alle sue mani che annaspavano nell'aria. Afferrarono il tavolino che reggeva la lampada. Questa crollò, divampando.

Un egiziano fu incitato a discender nell'arena dopo di averlo armato di una scimitarra, ma il disgraziato, ebbro di paura, non ardì muoversi e si mise a strillare come se lo uccidessero. Quattro guerrieri però lo afferrarono, lo sollevarono e lo scaraventarono nel recinto. Kuâies! Kuâies-ktir!

I due naviganti, persuasi ormai di non correre più pericolo alcuno, afferrarono i remi e si misero ad arrancare disperatamente, percuotendo a destra e a sinistra, senza riserbo, i coccodrilli che li minacciavano. Alle tre di notte giungevano sani e salvi alla foce di un largo corso d'acqua, affluente di sinistra del Bahr-el-Abiad, e che ha le sue sorgenti nelle vicinanze di Sciula.

«E prima che io potessi muovere due passi per discostarmi, quattro fratelli mi afferrarono pel torso, mi sollevarono, mi immersero nella cabina della volante.

Non fatelo!... urlò Abd-el-Kerim che fuori di dibattevasi disperatamente fra gli ufficiali. Arrestate quella donna, e trascinatela via, replicò Dhafar imperiosamente. I soldati afferrarono l'almea e la portarono via malgrado le strazianti sue grida e i suoi sforzi sovrumani. Aiuto, Abd-el-Kerim, aiuto, Hassarn, ripeteva la poveretta.

I cinque uomini gli si gettarono simultaneamente addosso: due gli afferrarono le braccia, due le gambe, e il quinto, il boia, s'accingeva a legargli i gomiti insieme dietro la schiena; ma il condannato gridava, si torceva come un serpente e tentava di mordere come un cane idrofobo. Altri cinque uomini dovettero intervenire e Cornetta fu legato da dieci persone.

In fondo alla tana c'era Arusi ritto, immobile, pallido come un morto, colle braccia spenzoloni. Lo afferrarono: non fece resistenza. Lo tiraron fuori: aveva l'occhio sinistro crepato. Lo legarono, lo portarono in una tenda, lo distesero in terra, e per prima vendetta, Sid-Alì gli recise col pugnale tutti i diti dei piedi, gettandoglieli ad uno ad uno sul viso.

I banditi afferrarono le armi, e si affrettarono a uscire dalla caverna. Questo dialogo spiega i tormenti, che avevano fatto subire al Conte. La mano e le candele di gloria erano superstizioni, alle quali prestavano piena fede in cotesti tempi. Gli apparecchi per cura di Marzio disposti nella caverna, e il terrore avevano fatto credere paurosamente soprannaturale una scena da giocolieri.

A un tratto gli ufficiali che attorniavano il capo videro che le sue mani lasciavano la battagliola, che le sue braccia ricadevano lungo il corpo, che tutta la persona vacillava. Comandante! Lo sorressero prima che stramazzasse. Lo afferrarono per le ascelle, lo sollevarono, lo trasportarono quasi di peso fra le schiere degli uomini taciti e reverenti.