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Quando intesimo il passo del curato, ella si scosse, si assicurò di aver gli occhi ben asciutti, prese il suo solito fare lesto e volonteroso e per tutta quella sera io contemplai con ammirazione que' suoi occhi affaticati e quel suo volto scarno sorridere mentre avrebbe pianto tanto volentieri.

I cavalli erano affaticati e spumanti, ma Andrea, impaziente, li stimolava di continuo; e quando gli apparve la villa, alta sulla roccia, e tutta bianca nel barbaglio vivido del sole; e quando, infine, rivide il picco della quercia che sporgeva cupo, simile a un gigante imbronciato, fra l'allegra nitidezza delle onde crespe, il cuore gli battè forte forte, esultando, come s'egli ritornasse allora, in mezzo agli affetti suoi, dopo un viaggio lontano e increscioso.

Noi, affaticati dal servizio romoroso, avevamo trovata pace sull'erba, all'ombra d'una magnolia gigantesca; le signore trascinandosi le loro sedie lunghe o dondolanti; gli uomini s'erano accomodati alla turca....

Ma sui vecchi tremanti e affaticati, Sui senza pane, piango; Piango su i bimbi gracili e scarnati, Su mille ignote sofferenze piango. E quando il pianto dal mio cor trabocca, Nel canto ardito e strano Che mi freme nel petto e sulla bocca, Tutta l’anima getto a brano a brano.

Era omai sulla sera. Il caldo, sebbene in montagna non sia mai affannoso, pure in quell’ora e in quel basso vi si sentiva: da quei giovani poi molto più, affaticati non poco per tutto il giorno. Però non parve vero a ciascuno di scingersi l’armi e spogliarsi delle vesti. Posaron tutto nella prima stanza: poi non fecero altro che affrettare briosamente l’ostiere, perchè nell’altra vicina li servisse alla mensa. Non è da dire di che sorta fosse quel loro apparecchio. Un lungo e sudicio tavolino, sul quale eran solo distese alcune foglie di castagno; cinque o sei boccali, ed orciuoli e alcuni piatti; e torno torno due panche male in gambe per i convitati. Una stanza poi a tetto, tappezzata di ragnateli; e vari straccali polverosi dall’altra parte. Ma il buon umore che regnava fra loro fece mandar in burla ogni cosa. Tutti gridavano a una voce:

Sulla strada, in alto, quasi a picco si ferma il vapore; visi affaticati respirano alla portiera il venticello di ponente; la venditrice di acqua e di aranci va su e giù lungo i binarii: un velo azzurro di viaggiatrice svolazza; il povero cieco appoggiato al braccio di suo figlio augura il buon viaggio a tutti; una bambina, dal vetro sollevato, gitta ai fanciulli che si bagnano, un grappolo di uva nera.

Tutto d'intorno è muto A noi; squarciasi il velo, Da l'inganno tessuto, Che lieve sosteneaci a mezzo il cielo; Manca il cielo a nostr'orme: i fior, la luce, L'amor, la giovinezza, il paradiso, Tutto a un punto dissolvesi Al fiero lampo de l'uman sorriso. Esuli affaticati, Senza speme di vita e senza regno, Fuggiam, cadiam, sotto al flagel dei fati, Del pensiero de l'uom ludibrio indegno.

Troppo affaticati per consolarci di essere riusciti nello scopo prefisso alle nostre operazioni militari, adescando sui nostri passi cotanto nervo di nemici, abbiamo dormito tre ore. Altri però, non io, dormì. Il freddo crudissimo s'impossessò senza misericordia della mia povera persona, protetta da un paio di calzoni di tela e dalla camicia rossa. Due guide, Stradivari e Lena, stavano accovacciati a me da lato sotto una grama coperta. Lena mi raccontò che, sospeso tra la veglia e il sonno, io protendeva le braccia tremanti e irrigidite verso la coperta coll'ansia del naufrago, e che egli, vinto dalla piet

Il rumore affannoso, sibilante che Drollino faceva respirando, non bastava più a tenerla desta. E i grilli, nell'interminabile monotonia del loro coro, non parevano modulare che una sola parola: dormire, dormire! A dir vero, Drollino pareva molto più quieto adesso; il rumore dei suoi rantoli affaticati pareva diminuire. Ora invece vaneggiava.

L'arte di manipolare i veleni non si trova più in fiore come una volta: della più parte dei tossici stupendi, noti ai nostri virtuosissimi padri, noi abbiamo perduto la scienza. I principi Medici di Firenze si sono molto lodevolmente affaticati intorno a questo ramo importantissimo dello scibile umano; ma, se consideriamo la spesa, con poco buon frutto.