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Le proposi di partire per Sorrento. Non volle. Ma in carrozzella semi-aperta sentii che ogni sua difesa era vana. Tutte le forze della luce, dei profumi, dei suoni e dei rumori si coalizzano, impongono, esigono che ogni ritardo sia abolito. I baci nostri sono fitti, precipitati, affannosi. Sembrano incalzati dalla pioggia in una elettrica furia di vibrazioni. Scendiamo dalla carrozzella. Nel giardino le nudit

Questi solitarii vaneggiamenti di Damiano eran fatti più affannosi, più amari dalle assidue letture d'alcuni libricciuoli che gli tenevano compagnia nelle lunghe passeggiate; in quella lettura egli soleva sprofondarsi fattamente, che le ore gli fuggivano come istanti, dimenticava la scuola e la casa, e qualche volta il suo dolore e stesso.

Perchè una tomba prodigio di marmi peregrini e dell'arte copre le ceneri di tale, che non si conosce essere stato vivo, tranne pel monumento della sua morte? Perchè forme celesti, dilicati contorni, leggerezza di leggiadrissimo corpo, vestono l'anima della femmina? Perchè ci dierono un cuore che balza a quelle sembianze, una fibra che si raccapriccia a questo bellissimo spettacolo della creazione? Nessuno animale ha potuto contribuire a formare il corpo della femmina. I colori dell'uccello di paradiso, della farfalla di Casimira, non possono paragonarsi ai divini che imporporano le guancie della bellezza. La gazzella non ha l'occhio della donna: le pietre preziose non brillano di quella luce; e i poeti, per assomigliarli a qualche cosa di convenevole, hanno dovuto ricorrere al firmamento. Ma nessun rettile, quantunque schifoso, fu eccettuato dal somministrare parte nella composizione dell'anima che agita i moti delle sue membra; nessuno, meno lo scorpione, che circondato dal fuoco volge in stesso il dardo velenoso, e generosamente si uccide. Tu sei bella, o creatura, ma la tua bellezza porta una impronta tenebrosa; tu nasci figlia di un sublime pensiero, ma come Lucifero decadesti; i tuoi raggi come quelli del sole che tramonta feriscono, non consolano la vista; la tua bellezza è il nostro tormento. Ma andiamo affannosi in traccia di quella innocenza che Eva lasciava nell'Eden, e questo è il più fiero travaglio del cuor nostro. Ma il tuo cuore ugualmente fu condannato a spezzarsi per la nostra incostanza. Forse tu dovresti essere maladetta, perchè la prima a peccare; ma il serpente abita nelle tue fibre dilicate: la curiosit

Egli la vedeva sempre, aveva sempre la signorina, viva, dinanzi agli occhi; e nelle ore tetre, uggiose del giorno e nei lunghi sogni affannosi delle sue notti, tutto era pieno del sorriso, dei capelli biondi, del viso di lei, ora acceso d'amore, ora freddo e ironico ed ora pallido, scolorito, come in quei tempi beati delle loro angosciose ebbrezze di fanciulli.

I pensieri che lo assalivano erano così incalzanti e affannosi che non gli fu possibile di dormire. Gli pareva che il sangue gli bollisse nelle vene, gettava le coperte che lo soffocavano, si rivoltava nel letto che gli riusciva spinoso. Soltanto all’alba riprese un po’ di sonno, oppresso dalla stanchezza.

Intanto Rinaldo ed Anselmo, trafelati, affannosi, chè avevano camminato più che di passo, arrivavano alle dimore loro. In qual modo fossero giunti a sottrarsi all'imminente pericolo esporremo con brevi parole. Il Conte della Cerra, come colui che astutissimo era, non aveva scelto il palazzo del Legato pontificio per la riunione dei congiurati senza il consueto accorgimento: gi

E vorrebbe rivivere Per giornate più liete, Soffocando nel cèrebro Della Scienza la sete,... Per poi forse rimpiangere, Fatto vecchio, gli allori Fra le tazze oblïati e fra gli amori! Viviam!... Rubando un briciolo, Affannosi, all'Ignoto, O tessendo una lirica Ad un pugno di loto, Pensiam che i giorni passano E che forse Arlecchino Vorria rinascer per studiar latino

Almeno, a breve conforto tra tanti affannosi pensieri, avesse avuto fede nella rivolta! Ma non l'aveva, e le ore che passò con Giorgio Assereto, innanzi di recarsi al suo posto di combattimento, non fecero altro che scorarlo di più.

Poscia il professore si ritirò nella sua stanza, ordinando che lo svegliassero all'alba, infallibilmente. La notte che Loreta passò fu turbata da mille incubi affannosi. Sfinita dalle emozioni di quella giornata, ora un nuovo dolore ancor più tormentoso s'era impossessato di lei. La speranza estrema, che per un momento ella aveva nutrito dinanzi al contegno calmo di Mattia, era vanita.

Così l'Italia, amore fatto di mille amori, entrò abbandonandosi con morbidi scatti fra le mie braccia. La prendo, la stringo e i miei baci affannosi la svestono per meglio goderla. Urlo di tutti i miei pori felici.