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Oggimai un uomo, per quanto in fondo della ignoranza, agevolmente comprende il ladro o non avere sentimento veruno, quando si appresta a fare suo pro della roba altrui, o, se pur l'ha, essere in tutto simile a quello del conquistatore. Vero è bene, che questo s'ingegna di ornare il suo fatto co' luminosi fantasmi della gloria; ma il belletto trovato dagli accorti per magnificare il delitto del forte, che hanno punito nel debole, il nome diverso, chiamando nei molti gesto, impresa, conquista, quello che nei pochi hanno appellato furto, non acquieta la coscienza, e ciò che togli altrui, sia poco, sia molto, sia con migliaia di armati, o con una sola mano, o vuolsi reputare male per tutti, o per veruno. La pena si assomiglia a una insegna, che tanto più si dipinge di rosso quanto meno lo albergo è agiato, e il vino buono: la si ritenga risolutamente marca che da secoli e secoli inganna, e continuer

A siffatta tolleranza ci gioverebbe davvero di potere essere pronti anche noi, da ch'ella in certo modo acquieta tutte le coscienze e blandisce la vanagloria di chicchessia. Ma col venerare i mediocri si viene avvezzando la gioventú ad una facile contentatura ne' di lei studi, e quindi si perpetua dannosamente la mediocritá.

Dopo la colazione, ad ore otto, lo Stabilimento a poco a poco si acquieta: i signori escono a passeggio, e di solito verso il santuario Oropa, le signore si chiudono nelle camere: solo si vede qualche crocchio di politici, in cui biancheggia la Gazzetta del Popolo, l'Opinione, la Nazione e altre carte imbrattate: qualche romantica e qualche romantico, coll'albo o con un libro, si dilungano giù pei viali ombreggiati del monte.

Poco lontano dalla canonica, in un piccolo seno chiuso fra la montagna ed un rialzo di terra che gli toglie la vista della valle, c’era una casa rustica di discreta apparenza. Il luogo freschissimo d’estate e riparato l’inverno dai venti gelidi, è una specie di vallata minuscola, dove corre una miseria di torrentello, poco più che un rigagnolo, il quale precipita dalle cime a furia di cascate e di sprazzi col piglio di un rodomonte che voglia recare al basso la desolazione e la rovina, e poi, incontrato il rialzo che ho detto, gli manca la forza di scavalcarlo, fa un gomito, si acquieta, muta colore, abbassa la voce, si contenta di poco letto e vi depone una sabbiuzza fina fina, tutta piena di riflessi diversi, come uno strato di gemme. Nelle maggiori piene l’acqua, benchè si tinga di un colore rossastro per darsi l’aria rabbiosa, arriva appena a lambire le tavole di un basso ponticello e non fa mai altro danno fuori che di bagnare le more dei rovi, lasciandovi sopra una leggierissima imbiancatura. La casa sorgeva giusto al punto del gomito nell’interno della curva che vi disegna il torrente; aveva un bel prato all’intorno ed il ponticello era destinato esclusivamente al suo servizio. Ne era padrone un tal Vincenzo Bionaz, il quale l’aveva comprata ed era venuto a dimorarvi colla moglie e due amori di bimbi, lo stesso anno che il nostro prete, da vice curato, era stato promosso a curato della parrocchia. Vincenzo, robusto ed intelligente operaio, lavorava in qualit