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Benedetto Sanudo, ed il console di Damasco Bartolomeo Contarini ottennero nell'anno 1502 dal sultano del Cairo che per le merci aquistate dai Veneziani nell'egizia Sorìa pagar si dovessero solo 90 ducati per ogni valore di mille, in luogo dei 100 che pagavano i mercanti delle altre nazioni, in considerazione che il commercio veneziano era da antichissimo tempo il fondamento di tutti gli altri . E venuto a Venezia nell'anno 1507 Tagri-Berdi, oratore del sultano di Egitto, si stabilirono nuovi capitoli per favorire quel commercio , i quali poi furono ampiamente confermati nel 1508 da Domenico Trevisan ambasciatore della repubblica al Cairo, rispetto particolarmente al traffico delle spezie . Ed allorquando Selino nell'anno 1517 sconfisse il soldano per la assistenza data ad Ismaìl sufì di Persia, e si rese padrone di Aleppo, di Damasco e dell'egizia Sorìa, la repubblica gli mandò cospicua legazione di Luigi Mocenigo e Bartolomeo Contarini, i quali ottennero dal conquistatore la rinnovazione dei privilegi accordati dai sovrani d'Egitto ai mercanti veneziani.

P. T. Priamo Tron, 1488 a 1489. IE. O. Girolamo Orio, 1492 a 1494. S. C. Sebastiano Contarini, 1501 a 1503. P. V. Paolo Vallaresso, 1508 a 1510. P. Z. Pietro Zen, 1514 a 1516. D. G. Domenico Gritti, 1526 a 1527. M. B. Marco Barbo, 1527 a 1528. B. V. Benedetto Valier, 1530 a 1532. F. S. Francesco Sanudo, 1533 a 1534. M. B. Matteo Bembo, 1538 a 1540. B. B. Battista Barbaro, 1546 a 1548.

Era quel terribile papa appena morto, che Colonna fu reintegrato nella commenda dal suo successore, Giulio II. Nel 1508 la passò egli stesso al famoso suo nipote Pompeo: questo lascivo cardinale dicesi conducesse a Subiaco la bella Marsilia, figlia di Attilio Corsi. Un giorno il padre brandendo un pugnale riuscì a penetrare nella camera del seduttore, ma fu afferrato dai servi e gettato in un sotterraneo segreto. Pompeo si era gi

Dalle lettere del Macchiavelli risulta che quel tenere a bada l'imperatore dilazionando il pagamento, gli pareva altrettanto inutile che pericoloso; ma i fatti gli diedero torto, poichè la tregua concordata nel Giugno 1508 fra Massimiliano e Venezia salvò i Fiorentini dal pagamento.

Il senato ricevette il primo annunzio di questa intenzione del sufì dal console a Damasco Contarini, con dispaccio 4 marzo 1508 ; quindi nel settembre dello stesso anno il provveditore di Napoli di Romania scrisse ai capi del Consiglio dei Dieci, che di notte secretamente erasi a lui presentato un messo del sufì della Persia «per pregarlo di informare il veneto senato che il suo re era amico dei cristiani, veniva a rovina del Turco, voleva bene a san Marco et alla signorìa, ed aveva fatto penetrare il suo esercito nell'Anatolia ». Finalmente colla nave di ser Francesco Malipiero arrivarono a Venezia due oratori, uno persiano ed uno caramano, con lettera di Ismaìl tradotta dal console Pietro Zeno, la quale, accreditando i suoi ambasciatori, esprimeva la buona amicizia che il re persiano portava alla repubblica, ed il suo desiderio di stringerla maggiormente e più efficacemente . Accolti essi cortesemente dal senato, furono a spese pubbliche alloggiati nel palazzo Barbaro a s.