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Bacon, éd. Spedding Essay VI. t. VI, page 548. Comparer chez Montaigne Essais II, VIII, tome III, page 85. Montaigne Essais I, LIV, tome II, page 281 sqq.

il lui rappelle qu'ils se sont beaucoup aimés: Assai m'amasti ed avesti ben onde,

Dans la première édition on lit: «Faire délibérer directement le Corps législatif sur la paix et sur la guerre..., ce serait faire d'un roi de France un stathouder, etc2e éd.: «Faire délibérer exclusivement le Corps législatif, etc1re éd.: «Ce serait choisir, entre deux délégués de la nation celui qui... est cependant le moins propre sur une telle matière

Ah! Seigneur! miséricorde! s'écria Ed, lorsque par un effort surhumain, il eût réussi

Dans la Vie des saints de Bretagne, éd. Kerdanet, la légende de saint Suliac est assez développée. Ce n'est qu'

Parmi les notabilités réunies pour la cérémonie, on remarquait: M. Carteron, consul général de France, et M. Ed. Borniche, le premier, président d'honneur, le second, président effectif de la Société de bienfaisance française,

Altissimo signore, Vostre sono le lodi, La gloria e gli onori; Ed a voi solo s'anno a riferire Tutte le grazie; e nessun vomo è Degno di nominarvi. Siate laudato, Dio, ed esaltato, Signore mio, da tutte le creature, Ed in particolar dal somma Sole Vostra fattura, signore, il qual fa Chiaro il giorno che c'illumina, etc.

Clarkson, p. 125. Stedman, c. XXVI. Durand, p. 368 et suiv., etc., etc. Histoire de Loango, par Proyart, p. 107. Mungo-Park, t. I, p. 3, 4 et 5, etc., éd. in 4°. Hist. univers, t. XVII, c. VII, etc. Dickson, qui a connu parmi eux des orfèvres et des horloger habiles, parle avec admiration d'une serrure en bois, exécutée par un Nègre .

Essendo venuto il giovedì della caccia, fatta giusta il solito la caccia. E a que' tempi dopo fatta la caccia s'andaya in palazzo del Doge in una di quelle sale, e con donne facevasi una festicciuola, dove si ballava sino alla prima campana, e veniva una colazione; la quale spesa faceva messer lo Doge, quando v' era la dogaressa. E poscia tutti andavano a casa sua. Sopra la qual festa, pare che ser Michele Steno, molto giovane e povero gentiluomo, ma ardito e astuto, il qual' era innamorato in certa donzella della dogaressa, essendo sul solajo appresso le donne facesse cert' atto non conveniente, adeo che il Doge comandò che fosse buttato giù dal solajo. E così quegli scudieri del Doge lo spinsero giù di quel solajo. Laonde a ser Michele parve, che fossegli stata fatta troppo grande ignominia. E non considerando altramente il fine, ma sopra quella passione fornita la festa, e andati tutti via, quella notte egli andò, e sulla cadrega dove sedeva il Doge nella sala dell' audienza (perchè allora i Dogi non tenevano panno di seta sopra la cadrega, ma sedevano in una cadrega di legno) scrisse alcune parole disoneste del Doge et delle dagoressa, cioè: Marino Faliero dalla bella moglie: altri la gode ed egli la mantiene. E la mattina furono vedute tali parole scritte. E parve una brutta cosa. E per la signoria fu commessa la cosa agli avyogadori del commune con grande efficacia. I quali avvogadori subito diedero taglia grande per venire in chiaro della verit

Guido lui demande quelle est la cause qui le fait lui parler et le regarder avec tant de tendresse: «Ce sont, lui répond le Dante, vos doux écrits, qu'on ne cessera d'aimer tant que durera le style moderne: Dimmi che è cagion perchè dimostri Nel dire e nel guardar d'avermi caro? Ed io a lui: li dolci detti vostri, Che quanto durer